Colazione, pizza e aperitivoUna giornata fuori casaa Bergamo costa 22 euro
A Bergamo il costo di una giornata fuori è in media 22 euro. A calcolare la cifra per persona è stata l’indagine «I prezzi di alcuni servizi a Monza e in Lombardia», realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche per l’economia e la finanza e presentata nella sede della Camera di commercio di Monza e Brianza.La ricerca ha considerato nella spesa una colazione al bar, un quotidiano, una pausa caffè, un pranzo fuori con pizza e caffè, un aperitivo, un’andata e ritorno a casa con il servizio pubblico urbano e una cena a casa composta da primo e secondo.Bergamo, con i suoi 22 euro è sotto la media regionale, calcolata a 23 euro. Analizzando le altre province del territorio lombardo, Como è però la provincia più economica: al giorno bastano 21 euro e 30 centesimi mentre Varese è la più cara: per le stesse cose ne servono quasi 24. Analizzando dato per dato, per risparmiare i lombardi dovrebbero fare colazione e mangiare la pizza a Como: nel capoluogo lariano si può riuscire a prendere caffè e brioche con un euro e 62 centesimi e pranzare in pizzeria con 7 euro e 77 centesimi. Sotto la media lombarda per i caffè anche Bergamo e Varese così come per la pizza la nostra città è considerata economica insieme a Cremona e Brescia. Questo considerando che nella regione lombarda mangiare una pizza costa mediamente l’1,3% in più rispetto a sei mesi fa. Interessanti anche i dati a livello regionale. I servizi alla persona in Lombardia per tintoria e parrucchiere sono cresciuti dello 0,6% in più rispetto a sei mesi fa. In particolare per lavare e stirare un abito si registra un aumento dell’1,2%. Scende invece il taglio dal parrucchiere (in media -0,3% per i tagli da uomo, -0,4% per quelli da signora) ma sale la messa in piega (+1,2%). In crescita anche i servizi pubblici locali, con una variazione semestrale pari al 7,4%. Ad incidere maggiormente sull’aumento è il costo del gas per riscaldamento e cottura cibi: +11,2% e +9,3%, considerando un consumo ipotetico rispettivamente di 1200 mc e 100 mc di gas all’anno, dati sui quali pesano ancora i passati aumenti del petrolio. (15/01/2009)