Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 14 Marzo 2011
Cisl Scuola: punire duramente
ma solo i veri assenteisti
La Cisl Scuola di Bergamo intende dare voce alle legittime proteste avanzate da docenti e non docenti in merito al modo con cui il Governo ha inteso dichiarare «guerra» all'assenteismo, e il modo con cui il ministro Brunetta e il Governo abbiano inteso combatterlo.
La Cisl Scuola di Bergamo intende dare voce alle legittime proteste avanzate da docenti e non docenti in merito al modo con cui il Governo ha inteso dichiarare «guerra» all'assenteismo, e il modo con cui il ministro Brunetta e il Governo abbiano inteso combatterlo.
Secondo le intenzioni ministeriali, infatti, viene decurtata parte del salario accessorio indiscriminatamente a tutti o quasi i lavoratori della scuola e del pubblico impiego. «Ammalarsi - dice Vincenzo d'Acunzo, segretario generale della Cisl Scuola di Bergamo - viene ritenuto un evento in qualche modo “colpevole”: alla faccia della conquista del diritto a godere della giusta remunerazione anche nei giorni di malattia».
«L'assenteista incallito - prosegue - , in tal modo, non si ferma certo dinanzi a qualche euro giornaliero in meno, mentre il dipendente onesto e diligente si trova in busta paga l'umiliazione di una decurtazione punitiva per …. essersi davvero ammalato. Al danno economico, s'aggiunge la beffa».
Ma perché umiliare tutti i lavoratori della scuola e del pubblico impiego, si chiedono al sindacato di via Carnovali, ottenendo come effetto una ulteriore frattura fra cittadini e Stato che non favorisce certo l'incremento della produttività dei servizi, anzi determina, a lungo andare, comportamenti di rassegnato risentimento, di passività indifferente? Perché, allora, non colpire, in modo esemplare, solo i veri assenteisti?
«In questi anni – prosegue D'Acunzo - abbiamo visto che, dove vuole, il governo agisce e anche celermente. I tagli agli organici non sono un lontano ricordo: anche quest'anno dovremo insistere perché siano contenuti gli effetti devastanti».
Perché non si alimenti sempre più il sospetto che lo faccia solo dove sono in gioco interessi «forti», o, comunque, solo per questioni di bilancio, Cisl Scuola chiede con forza di colpire, con la giusta determinazione (fatta di pesanti decurtazioni economiche e anche, in casi gravi e recidivi, con il licenziamento) i dipendenti scoperti in flagrante violazione delle norme sulle assenze dal posto di lavoro, e che sia ripristinato pienamente il diritto sacrosanto dei lavoratori a vedere pagate interamente le assenze per malattia.
«È questione di efficienza amministrativa, di giustizia professionale, di rispetto dei diritti costituzionali e di etica generale. L'attuale legislazione - dice la Cisl - non fa altro che deprimere quanti si adoperano per il bene comune, scoraggiare l'entusiasmo e, in fondo, premiare gli autentici assenteisti. È di tutta evidenza che la permanenza di questo provvedimento entra in urto di collisione con tutte le teorie di gestione delle risorse umane che vedono i lavoratori “responsabilizzati” rispetto ai processi produttivi. La scuola “produce” ricchezza, produce “diritti e doveri” di cittadinanza, fondamentali, ci sembra, per la coesione sociale, il lavoro e la civiltà».
E per chiudere, un appello: «Ministro Brunetta, non occorre molta creatività per evitare la lesione del “diritto” alla malattia e dell'uguaglianza di tutti i lavoratori: occorre solo la volontà politica. La Cisl Scuola di Bergamo avvierà tutti i passi necessari perché il problema sollevato raccolga la giusta attenzione».
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