Ciaspole e multe: «Le montagne?
Non sono proprietà privata»

Fa discutere la notizia degli appassionati di ciaspole fermati o multati perché risalivano lungo le piste. «Le piste da sci - scrive Nevio Oberti, vicepresidente commissione di Escursionismo Cai Bergamo - non sono autostrade e le montagne non sono proprietà privata».

Fa discutere la notizia degli appassionati di ciaspole fermati o multati perché risalivano lungo le piste. «Le piste da sci - scrive Nevio Oberti, vicepresidente commissione di Escursionismo Cai Bergamo - non sono autostrade e le montagne non sono proprietà privata».

Sacrosanto il diritto di sciare e divertirsi a rotta di collo giù per le pendici innevate delle nostre belle montagne che, guarda caso, salgono agli onori della cronaca in occasione di incidenti valanghivi, interventi del Soccorso Alpino, luminescenti titoli sulla Montagna Assassina o sugli scialpinisti scriteriati con rulli di tamburi e squilli di trombe ad accompagnare editti per patentini vari e permessi di transito.

Ultimo ad assurgere a tali onori il sanzionamento di chi, ciaspole ai piedi, si permette di impunemente invadere e risalire quei pendii che forza di gravità ed interessi economici prevedono solamente in discesa.

Certo, è importante tutelare, sostenere e incoraggiare chi nelle Alte Terre investe al fine di svilupparne e – badiamo, non è secondario – tutelarne le potenzialità e le bellezze. Ma le piste da sci non sono autostrade e le montagne non sono proprietà privata.

Chi sale pagando con la propria fatica e non pagando gli impianti, ha tutto il diritto di percorrere e godere il meraviglioso ambiente invernale. Facciamo le piste? Benissimo – con dei se e dei ma per i quali non è questa la sede –. Le vogliamo sicure? Altrettanto – e meno male – bene.

Allora non fermiamoci a metà, consideriamo parimenti ogni tipo di fruizione. La montagna in inverno non è solo appannaggio degli sciatori che riempiono gli impianti, c’è anche chi la vuole vivere in altro modo e con questo non voglio assolutamente esprimere giudizi morali (non qui).

Ora, scegliamo se la montagna la vogliamo valorizzare in quanto mera risorsa economica, patrimonio in proprietà da sfruttare e far rendere (oggi, domani – mah – si vedrà), oppure senza manicheismi di genere, in quanto Bellezza, Ricchezza, Possibilità, Patrimonio Comune, Risorsa per il presente e per il futuro, soprattutto!

Nevio Oberti

Accompagnatore di escursionismo del Cai

Scuola di Escursionismo Giulio Ottolini - Cai Bergamo

Vicepresidente commissione di Escursionismo Cai Bergamo

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