Maturità, ci sono Calvino e Malala - video
Resistenza e mondo della comunicazione

Sono circa 490.000 (472.000 candidati interni e 17.962 esterni) gli studenti che, con la prova di italiano, hanno cominciato l’esame di Maturità 2015.

È Italo Calvino l’autore proposto per questa Maturità 2015. Si parla di «Il Sentiero dei Nidi di Ragno», un romanzo neorealista del 1947, il primo di questo scrittore italiano. (Qualche aiuto su www.studenti.it).

Il romanzo tratta della tragedia della seconda guerra mondiale e della lotta partigiana, ma racconta anche la vicenda universale di un ragazzino che passa drammaticamente dal mondo dell’infanzia a quello della maturità. Il brano si sofferma proprio su questo.

Tra le tracce della prima prova di italiano anche il Mediterraneo e le sfide del XXI secolo. Ecco nello specifico: «Il Mediterraneo: atlante geopolitico d’Europa e specchio di civiltà» mentre per il saggio in ambito socio economico il tema è «Le sfide del 21° secolo e le competenze del cittadino nella vita economica e sociale».

Ecco la traccia in ambito tecnico scientifico, ossia il saggio breve: «Lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’elettronica e dell’informatica ha trasformato il mondo della comunicazione, che oggi è dominato dalla connettività questi rapidi e profondi mutamenti offrono vaste opportunità ma suscitano anche riflessioni critiche».

Tra le altre tracce la famosa frase del premio Nobel per la pace Malala Yousafzay, ragazza pachistana ferita dai talebani: «Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo» ed una traccia di storia sulla Resistenza.

Infine la «letteratura come esperienza di vita» è un’altra delle tracce proposte ai maturandi 2015 per il saggio breve o articolo di giornale in ambito letterario. Allegati versi tratti dal canto V dell’Inferno di Dante oltre a immagini di Hopper, Matisse e Van Gogh.

Come ormai consuetudine l’invio delle tracce delle prove scritte è avvenuto attraverso il plico telematico, «buste» criptate recapitate per via informatica alle scuole.

Ambientato nei mesi della Resistenza, tra i vicoli di una città ligure della Riviera di Ponente ed i boschi e le valli in cui si svolge la guerra partigiana, II sentiero dei nidi di ragno racconta la storia di Pin, un bambino solo e desideroso di appartenere al mondo degli adulti del vicolo e dell’osteria, dai quali cerca di farsi accettare. Insultato per le relazioni che la sorella intrattiene con i militari tedeschi e sfidato a provare la sua fedeltà, Pin sottrae all’amante della donna una pistola e la nasconde in campagna, nel luogo in cui è solito rifugiarsi, dove i ragni fanno il nido. L’azione mette in moto una sequenza d’eventi che lo portano ad entrare in contatto con quel mondo degli adulti che gli sembrava misterioso: è preso dai tedeschi; durante l’interrogatorio non riuscendo ad ottenere alcuna informazione da Pin, i tedeschi decidono di arrestarlo; condotto in prigione Pin incontra Pietromagro, il padrone della bottega dove Pin era solito lavorare. Oltre a Pietromagro, Pin incontra anche Lupo Rosso, un partigiano dalla grande fama che era stato catturato prima di lui e che ogni giorno in carcere veniva interrogato e malmenato. Grazie all’aiuto di Lupo Rosso Pin riesce a scappare, ma una volta fuori prigione si perde ed inizia a vagare da solo nel bosco fino all’incontro con Cugino che lo porta al suo accampamento e lo presenta alla banda partigiana del Dritto, composta di personaggi dubbi e poco eroici. Pochi giorni dopo però scoppia un incendio nell’accampamento a causa di una distrazione del Dritto, e tutti sono costretti a fuggire e a ripararsi in un vecchio casolare con il tetto sfondato. Qui arrivano il comandante Ferriera e il commissario Kim, che saputo di quanto accaduto vanno a trovare gli uomini dell’accampamento, anche per riferire di una battaglia che si sarebbe svolta in un monte lì vicino e che avrebbe chiesto la partecipazione di tutti. Una volta che tutti gli uomini dell’accampamento sono tornati dalla battaglia Pin decide di canzonare tutti e mentre fa questo rivela a Mancino, il cuoco, di quanto è successo tra sua moglie Giglia e il capitano, che interviene per farlo zittire, quasi rompendogli le braccia. Pin, offeso e arrabbiato, fugge e, ritornato al posto dei nidi dei ragni scopre che Pelle, un giovane partigiano giustiziato dai compagni perché faceva la spia, aveva rubato la sua pistola. Fortunatamente la ritrova nelle mani di sua sorella e dopo avergliela presa scappa anche da lei. Solo e sconsolato, mentre vagava per i sentieri vicini alla cittadina incontra Cugino al quale presta la pistola. Il partigiano la userà, forse, per giustiziare la sorella di Pin, ma poi ritornerà da lui e lo terrà con sé.

Per i ragazzi il solito ventaglio di scelte: analisi del testo, redazione di un articolo di giornale/saggio breve, tema di argomento storico, tema di ordine generale. Sei ore a disposizione per lo svolgimento.

Alle 8.30 è stato diffuso al Tg1 il secondo codice di accesso per «decriptare»’ le tracce per il primo scritto:abbinandolo a quello già in loro possesso le commissioni potranno «scaricare» i temi da proporre ai maturandi. Il codice di accesso è stato letto dallo stesso ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, in diretta dal Tg1.

«Meno materiali da leggere per ispirarsi e commentare le tracce e più concentrazione sulle tracce che sono sicura consentiranno a tutti di trovare la loro vocazione» ha commentato il ministro, ricordando che quest’anno debuttano i nuovi indirizzi introdotti con la riforma Gelmini. Ha poi aggiunto che quest’anno si è «cercato nella prova di italiano di rendere il lavoro più semplice ma anche più bello e affascinante».

Il mio esame di maturità? «Non è stato traumatico. C’è stata un po’ di ombra e un po’ di luce come in tutte le prove importanti della vita, ma lo ricordo alla fine con piacere». Ha commentato Stefania Giannini. E alla domanda della giornalista se all’epoca fosse una studentessa che copiava o passava i compiti, il ministro ha risposto: «Né l’uno né l’altro. Ero un po’ individualista in questo senso perché penso che quando ci si pone davanti a una valutazione di quello che si è fatto ci deve essere prima di tutto in un processo di valutazione con se stessi e poi arriva il momento della condivisione. Non copiavo e non passavo dunque». Era secchiona? «Abbastanza, confesso» ha ammesso il ministro.

La prova è rivolta ad «accertare la padronanza della lingua nella quale si svolge l’insegnamento» quindi l’italiano e consente all’allievo di scegliere tra diverse opzioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA