«Che fine farà la Domus Bergamo
ora che Expo 2015 si conclude?»

«Che fine farà la Domus ora che Expo si conclude? Siamo ormai a fine ottobre e ancora non abbiamo una risposta del sindaco», domandano Andrea Tremaglia, capogruppo di Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale, e Davide De Rosa, consigliere comunale della Lista Tentorio.

Che fanno poi il loro bilancio dell’esperienza della Domus: «Abbiamo apprezzato la visibilità data alle eccellenze bergamasche – si legge in un comunicato diffuso nel pomeriggio del 30 ottobre – ma quella della Domus è stata per noi un’esperienza anche dalle molte ombre. Permessi dati frettolosamente, strutture non del tutto adatte con bagni chimici nascosti sotto il quadriportico. Inoltre, la chiusura di una settimana in agosto: ma non doveva essere un polo per turisti e visitatori Expo? L’impressione è che abbia inoltre ulteriormente messo in difficoltà gli esercenti della zona: i bar e i ristoranti che sono già vittime del difficile momento economico e che faticano a pagare gli affitti dei propri locali si sono visti aprire la Domus a fianco. Un concorrente a tutti gli effetti, che non paga gli affitti del centro e sponsorizzato dal Comune».

«Il sindaco aveva giustificato tutto ciò con l’Expo: immaginavamo perciò che con il 31 ottobre sarebbe finito e avremmo pensato al futuro della Domus. C’è un’interrogazione a riguardo da settimane, ancora senza risposta. Intanto però leggiamo sul giornale che sono già previste iniziative per Novembre e addirittura per Dicembre. Sindaco, glielo chiediamo di nuovo: ma quando chiuderà la Domus? Come assessore al commercio dovrebbe aiutare gli esercenti, non fargli concorrenza. E magari, date le novità, concorrenza non solo d’estate, ma anche nel periodo natalizio».

«Ogni iniziativa per dare vita alla nostra città è ben vista, ma dev’essere pensata con criterio e nel rispetto di chi lavora. Non vediamo negativamente l’ipotesi che la Domus sia generosamente donata alla città e neppure che venga trasferita in Piazzale degli Alpini», concludono Tremaglia e De Rosa, che rilanciano: «Non sia però, come abbiamo sentito dire, un altro bar: la nostra proposta costruttiva è che divenga un luogo civico, non commerciale, a disposizione della cittadinanza; che possa essere affittato a poco prezzo soprattutto ad associazioni giovanili per organizzare incontri e conferenze. Il Comune non faccia concorrenza sleale a chi lavora, ma rivitalizzi la città investendo sull’aggregazione sociale positiva».

© RIPRODUZIONE RISERVATA