Cronaca
Martedì 11 Luglio 2017
Cerca di rapire neonata
Arrestata una donna
Una donna di 33 anni originaria dell’Ecuador ha tentato di portare via una neonata dalla Clinica Mangiagalli, ma è stata bloccata dal personale sanitario ed è stata arrestata con le accuse di sequestro di persona e sottrazione di persona incapace.
È successo nel pomeriggio di lunedì 10 luglio a Milano, durante il regolare orario di visita. Secondo quanto riferito da fonti ospedaliere, la bimba, dieci giorni di vita, in quel momento era nella culla in camera con la madre, una moldava. L’ecuadoriana, sposata e residente a Mediglia (Milano), è entrata nella stanza, ha preso in braccio la bambina e si è giustificata con la madre dicendole che doveva portarla a fare dei controlli. Ma la puerpera ha intuito che qualcosa non andava. L’ecuadoriana non ha fatto tempo a uscire dalla stanza che la madre della neonata ha chiamato il personale, esternando tutto il suo allarme. Un’ostetrica ha immediatamente individuato l’ecuadoriana, che cercava di allontanarsi correndo con la bimba in braccio. Nel giro di pochi secondi la donna è stata fermata mentre era ancora nelle scale del reparto. Contestualmente è stata chiamata la vigilanza, che l’ha presa in consegna, avvisando - come prevede la prassi - carabinieri e polizia. La bimba invece è stata subito riportata alla madre, che è stata dimessa poco dopo.
«È un episodio incredibile, da noi non si era mai verificata una cosa simile» ha commentato il direttore medico di presidio, dottor Basilio Tiso. «Del resto questa donna è entrata durante il regolare orario di visita, mica si possono impedire le visite a mamme e neonati». Il padre della bimba, di origina marocchina, visibilmente spaventato per quanto accaduto, si è detto «scandalizzato» per l’episodio: «Vi rendete conto che quella donna ce l’aveva quasi fatta? L’hanno presa sulle scale, stava per uscire con la mia bambina!. Qui c’è troppa confusione, troppa gente».
La confusione, ha sottolineato il direttore medico del presidio, «è inevitabile». «Purtroppo un ospedale è un luogo aperto, tanto più quando si parla di un reparto di maternità - ha detto Tiso -. Qui abbiamo un’ottantina di neonati, provate a pensare quante visite possono esserci. E’ inevitabile che ci sia sempre molta gente». E se non fosse intervenuta prontamente la vigilanza, l’ecuadoriana avrebbe potuto finire vittima propria dei tanti genitori presenti, che dopo essersi resi conto dell’accaduto volevano prendere loro in consegna la donna, che è stata invece affidata ai carabinieri. La Clinica Mangiagalli ha assicurato che potenzierà il servizio di vigilanza e rafforzerà le procedure d’ingresso.
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