Cemento, colate per 28 mila ettari
Il 10% della provincia è «asfaltato»

I dati provinciali, regionali e nazionali sono contenuti nel Rapporto sul consumo di suolo 2015 dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

Nel rapporto si stima che il 7% della superficie italiana – 21 mila chilometri quadrati, cioè un’area grande come l’Emilia Romagna – sia cementificato: una percentuale pari a quasi il doppio della media europea. Negli ultimi 20 anni si è registrata una forte accelerazione.

A livello provinciale (il rapporto si basa su dati raccolti nel 2012), la provincia di Monza e della Brianza risulta quella con la percentuale più alta di suolo consumato rispetto al territorio amministrato, con quasi il 35%. Seguono Napoli e Milano, con percentuali comprese tra il 25 e il 30%, quindi Varese e Trieste, che sfiorano il 20%. La provincia di Bergamo, se confrontata con le altre province, non è tra le «maglie nere» del cemento, anche se i valori non sono indifferenti: 28.854 di suolo consumato, pari al 10,5% della superficie provinciale.

In termini assoluti, le province di Roma e Torino superano, entrambe abbondantemente, i 50.000 ettari di suolo consumato (57.000 per Roma, 54.000 Torino), Brescia e Milano seguono con valori superiori ai 40.000 ettari, mentre Napoli, Verona, Cuneo, Lecce, Padova, Treviso, Salerno, Bari e Venezia hanno valori compresi tra i 30.000 e i 35.000 ettari.

Le regioni in cui il fenomeno è più esteso sono Lombardia e Veneto, con il 10% circa di suolo perso, mentre la Liguria è in testa alla classifica per il consumo di suolo nelle zone costiere: il 40%, entro 300 metri dalla costa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA