Cronaca / Bergamo Città
Sabato 08 Febbraio 2014
Celadina e Longuelo senza negozi
75 mila euro a chi vuole aprirli
Per incentivare l’apertura di nuove attività in zone a rischio desertificazione commerciale, come Longuelo e Celadina, il Comune di Bergamo mette a disposizione 75mila euro (da 10 a 15 mila per ogni imprenditore, per spese strutturali e il canone di affitto).
Per incentivare l’apertura di nuove attività in zone a rischio desertificazione commerciale, il Comune di Bergamo mette a disposizione 75mila euro (da 10 a 15 mila per ogni imprenditore, per spese strutturali e il canone di affitto).
È il quinto bando in tre anni aperto dall’amministrazione in collaborazione con le associazioni di categoria e i comitati di quartiere, uniti per vivacizzare quelle zone che hanno assistito alla chiusura dei negozi di vicinato. Il bando chiuderà ad aprile «per dare il tempo agli imprenditori di individuare anche il locale, uno dei requisiti per ottenere il finanziamento, che sarà suddiviso in due anni, in modo da monitorare l’andamento del negozio», ha spiegato Enrica Foppa Pedretti, assessore alle Attività produttive del Comune di Bergamo.
Tra le novità, l’introduzione di nuove zone, come la parte alta di via Verdi, Locatelli, Zelasco, San Giovanni e i quartieri di Celadina e Longuelo. È qui che c’è una totale assenza di negozi di alimentari «con 48 attività, ma neanche un minimarket», ha sottolineato Dario Ruggieri, del Comitato di Longuelo, supportato da Lorenzo Carminati, consigliere comunale con delega alle associazioni di via e del commercio.
I contributi non saranno distribuiti a pioggia, avvertono da Palafrizzoni: «Verranno accettate solo proposte serie, come è già stato fatto, con 8 proposte finanziate sulle 40 ricevute». Per info: www.comune.bergamo.it.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
flash.ab
10 anni, 10 mesi
mi pare una presa per i... prima ti aiutano ad aprire e poi ti soffocano di tasse. mi pare un controsenso
sculati
10 anni, 10 mesi
Capisco le intenzioni, ma il mercato andrebbe lasciato libero con regole eque, andare contro è quasi impossibile. Sono stati fatti aprire troppi centri commerciali per rimpinguare le casse comunali; ora si cerca goffamente di tornare indietro, ma le soluzioni “una tantum” nel libero mercato valgono per il tempo in cui dureranno quei 75 mila euro. Si rischia la beffa di aperture di attività poco utili, per poi vedere i titolari volatilizzarsi nei paesi di provenienza, alla fine del giro con i nostri soldi.