Cronaca
Martedì 15 Novembre 2005
Cavernago, latitante albanese accusato di omicidio, arrestato all’uscita da cimitero
Tradito dal desiderio di portare l’ultimo saluto all’amico connazionale, deceduto sabato notte in un incidente stradale, un albanese pluripregiudicato di 26 anni, Emiljano Domi è passato dal cimitero al carcere. Era ricercato da 5 anni, ed è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Treviglio proprio mentre usciva dal camposanto di Cavernago. A suo carico pende una condanna a vent’anni di carcere e un ordine di cattura internazionale emesso dall’autorità giudiziaria del suo paese nel 2001, per avere ucciso due anni prima un amico con un colpo di pistola. Il fatto era accaduto al termine di una discussione per futili motivi, degenerata all’esterno di un bar di Durazzo, durante la quale il Domi era stato sfregiato con un coltello sulla guancia sinistra dall’amico, poi ammazzato. Il giovane lunedì mattina alle 8,45 aveva raggiunto il camposanto di Cavernago con una Bmw 320 intestata a un connazionale residente a Impruneta, nel fiorentino. Aveva avuto qualche sospetto alla vista di tre pattuglie dei carabinieri parcheggiate davanti al cimitero, ma poi si era diretto nella camera mortuaria insieme ad altri albanesi, per rendere visita alla salma di Edmond Gjuzi, l’amico di 22 anni morto sabato notte nell’incidente di Malpaga. All’uscita, Emiljano Domi ha raggiunto la sua autovettura, ed è stato così fermato dai carabinieri. Alla richiesta di esibire i documenti, l’albanese ha mostrato un passaporto abilmente falsificato, ma col quale non aveva probabilmente ancora dimestichezza. Infatti il giovane non è stato in grado di scrivere esattamente il suo falso cognome, sbagliando anche la data di nascita.
Il documento - con il quale il latitante era rientrato in Italia da una quindicina di giorni - risulta intestato a Gllava Bledar, ventiseienne kosovaro nativo di Pristina e residente a Londra in Harrold Priory 33.
A Gllava Bledar o meglio Emiljano Domi (che usava anche il nome di Alban Dhamo e altri ancora) era in possesso di una patente contraffatta.
Accertata la sua reale identità, Emiljano Domi è stato trasferito nella casa circondariale di Bergamo per essere ascoltato dall’autorità giudiziaria. Il giovane dopo l’omicidio del 1999 aveva fatto perdere le tracce per poi introdursi illegalmente nel nostro paese, ospite dal fratello che abita a Romano. La sua fedina penale pare piuttosto lunga: gli vengono contestati violenza per resistenza a pubblico ufficiale a danneggiamento, falso materiale e lesioni personali, e un’estorsione compiuta nella nostra provincia nel 2001.
(15/11/2005)
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