Caso questore, un uomo ombra
diede l’ordine di coprire Finolli

l colonnello Antonello Reni, all’epoca comandante del nucleo di polizia tributaria della Finanza di Bergamo impegnato a indagare su Giovanni Cottone e la Maxwork, ricevette da qualcuno l’indicazione di non segnalare alla Procura la presenza del questore Finolli al pranzo fra Cottone e il direttore dell’Inps di Bergamo Angelo D’Ambrosio.

E questo qualcuno figura tra gli indagati. È ciò che, a fatica, trapela dall’indagine dei pm Maria Cristina Rota e Fabio Pelosi che è finora costata la rimozione del questore e il trasferimento del colonnello Reni. Insomma, secondo le indiscrezioni, l’ufficiale delle Fiamme gialle sarebbe stato indotto a omettere il nome di Finolli nell’informativa spedita in piazza Dante. Difficile, ragiona chi indaga, che un investigatore navigato come Reni possa aver sottovalutato il ruolo dell’allora questore, ritenendo superfluo inserirlo nella segnalazione. Soprattutto, perché il contesto era delicato: un pranzo, organizzato lo scorso autunno dallo stesso Finolli, in cui il suo amico Cottone, ex marito di Valeria Marini, potesse chiedere a D’Ambrosio la dilazione su un debito da una quindicina di milioni che Maxwork aveva con Inps e Agenzia delle Entrate.

All’incontro conviviale aveva partecipato lo stesso ex questore, la cui presenza è ora letta dagli inquirenti come un’indebita induzione. Perché Reni avrebbe raccolto l’invito all’omissione? Perché doveva compiacere qualcuno da cui in futuro vedersi ricambiato il favore? Perché l’ufficiale sapeva di non poter fare altrimenti? O per altro? Sono le domande a cui l’inchiesta sta cercando di dare risposte.

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