Piante, rami e arbusti sempreverdi adornano le case dei bergamaschi in vista del Natale. Festeggiare la ricorrenza non significa, però, sacrificare un vegetale e rischiare una sanzione. E’ quanto accaduto, invece, in questi giorni a Carvico, dove gli Agenti del Corpo Forestale dello Stato del Comando Stazione di Sotto il Monte, nel corso di un controllo, hanno sorpreso due persone mentre scaricavano da due automezzi, nei pressi della loro abitazione, ben 83 Kg di pungitopo destinati al commercio illegale.
Il Pungitopo (nome botanico Ruscus aculeatus) che cresce nei boschi di latifoglie dalla pianura alla montagna è una specie protetta dalla norme regionali e pertanto ai trasgressori oltre al sequestro delle piante è stata contestata dalla Forestale anche una sanzione amministrativa di circa 250 euro. «In questo periodo prenatalizio – riferisce il Comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, Aldo Valenti – sono a rischio di raccolta abusiva oltre al pungitopo, la rosa di Natale, l’agrifoglio e giovani piante e/o rami di abete, questi ultimi utilizzati come Alberi di Natale. Per questi motivi la Forestale in questi giorni intensificherà i servizi di controllo per tutelare flora protetta e piante, I trasgressori rischiano non solo una sanzione amministrativa ma anche una denuncia per furto».
Secondo gli esperti della Forestale negli ultimi anni è calato il numero di abeti prelevati in natura immessi abusivamente sul mercato come alberi di Natale, forse anche per una aumentata sensibilità ambientale o probabilmente per i costi alti, tuttavia si registrano ancora alcuni casi di taglio selvaggio di giovani abeti e di danneggiamento di alberi più grandi per l’asportazione di rami utilizzati per gli addobbi natalizi. L’abete, dotato di radici, non riuscirà a sopravvivere oltre l’Epifania, infatti per quanto possa resistere al clima artificiale all’interno di un appartamento il suo apparato radicale, avendo un’estensione simile alla chioma, viene ritoccato per poter essere collocato in un vaso e avrà difficoltà a riprendersi dopo il trapianto, inoltre nonostante le lodevoli iniziative da parte di associazioni è difficile trovare aree adatte per una collocazione postnataliazia pur se in buone condizioni. Negli anni scorsi la maggior parte degli alberi recuperati nelle grandi città, come Milano, sono finiti come legna da ardere. (13/12/2005)
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