Carovita, Bergamo resta regina

Carovita, Bergamo resta reginaNei locali prezzi ancora in impennata. Intanto arriva «Pizza amica»

Inflazione? Bergamo migliora, ma non troppo. Se il tasso tendenziale locale (ossia la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno scorso) apre infatti il 2004 registrando una diminuzione pari allo 0,4 per cento (attestandosi a più 2,8 per cento), la piazza orobica si conferma però ancora una volta regina del carovita in Italia. E, sempre secondo le anticipazioni Istat (il dato definitivo verrà reso noto il prossimo 20 febbraio), l’indice orobico dei prezzi al consumo per l’intera collettività (il cosiddetto Nic) a gennaio di quest’anno ha segnato un aumento dello 0,1 per cento rispetto a dicembre 2003.

Questi timidi spiragli di miglioramento, che fanno ben sperare in vista di una tanto invocata inversione di tendenza, sono poi accompagnati da un’altra novità: Bergamo, dopo mesi di primati incontrastati in qualità di città più cara d’Italia, fa spazio a sorpresa sul podio dell’inflazione galoppante ad altri due capoluoghi della Penisola. Secondo sempre la stima provvisoria fornita ieri dall’Istituto di statistica, la nostra città, registrando un tasso annuo che si attesta appunto sul 2,8 per cento, condivide questa volta il non felice primato per le tasche dei consumatori anche con Torino e Napoli. Mal comune mezzo gaudio, quindi? Sicuramente no, ma, almeno, i prezzi nella nostra città a gennaio sono aumentati rispetto al mese precedente dello 0,1 per cento, contro lo 0,2 e lo 0,3 per cento registrati rispettivamente nel capoluogo piemontese e in quello campano.

A casa nostra le variazioni congiunturali più significative si sono registrate nei seguenti capitoli: «Ricreazione, spettacoli e cultura» (più 0,7 per cento rispetto a dicembre 2003 e più 2,9 per cento se rapportato a gennaio dell’anno scorso) e «Alberghi, ristoranti e pubblici esercizi» (+0,4% rispetto ad un mese fa e +5,8% rispetto a 12 mesi prima), mentre il settore più virtuoso si è rivelato senza ombra di dubbio quello che fa riferimento a «abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili» (-0,7% rispetto al mese precedente e +0,7% se paragonato a gennaio 2003). Se secondo i dati Istat (che comprendono tanto rilevazioni provenienti dalle altre città campione quanto quelle locali), i «generi alimentari» nel complesso non hanno subito variazioni, lo stesso non si può dire per quelli contenuti nel paniere di gennaio, diffuso ieri dall’Osservatorio comunale sui prezzi di Bergamo. Sei di essi infatti - su un totale di 8 prodotti caratterizzati da segno positivo - hanno subito un balzo in avanti (compreso tra il più 0,3 per cento del parmigiano reggiano al più 4,4 dei pomodori per insalata). Complessivamente, sui 23 prodotti di cui si compone l’elenco nostrano, otto hanno subito una inversione di rotta indubbiamente ben accolta dalle massaie orobiche (e i cali interessano ben sette prodotti di genere alimentare, tra cui carne fresca di vitello, suina con osso e il petto di pollo), mentre in sette sono rimasti invariati (cinque, in questo caso, quelli di genere alimentare).

«A livello locale - sottolinea Lino Baronchelli, presidente dell’Adiconsum di Bergamo -, nonostante gennaio segni un calo del tasso annuo dello 0,4 per cento, sono stati registrati ancora una volta aumenti significativi, soprattutto se messi in relazione ai dati rilevati nel gennaio 2003. Sul totale dei 23 prodotti inclusi nel paniere orobico, rispetto a 12 mesi prima, calcoliamo un aumento del 10,36 per cento». «Servono iniziative efficaci da parte del Comitato prezzi, e del Comune di Bergamo in particolare (leggi aumento del personale che compone l’unità di polizia annonaria cittadina), che porti ad una brusca inversione di tendenza, utile ad ostacolare in maniera efficace i casi di malcostume (come percentuali di sconto applicate non veritiere rispetto al prezzo iniziale nella stagione dei saldi) che - sostiene Umberto Dolci, presidente della Federconsumatori provinciale - si riscontrano quotidianamente».

«Proprio al fine di venire incontro ai consumatori - spiega l’assessore al Commercio del Comune di Bergamo Fabrizio Antonello - stiamo garantendo il nostro pieno sostegno all’iniziativa "Pizza amica", promossa da Ascom e Confesercenti». «Fino alla metà di febbraio - spiegano Roberto Ghidotti dell’Ascom e Claudio Re di Confesercenti -, raccoglieremo le adesioni di chi è favorevole ad applicare ai pasti (da lunedì a venerdì per il pranzo e nella giornata di mercoledì anche per la cena) la formula del prezzo politico, compreso tra i 7 e i 10 euro. L’iniziativa, per la quale il Comune si Bergamo si è impegnato a coprire l’ammontare delle spese di pubblicizzazione, avrà durata di due mesi (marzo ed aprile)». L’offerta prevede una pizza a scelta tra le quattro consigliate (margherita, napoletana, marinara, al prosciutto/salame piccante), una birra piccola di marca nazionale ed un caffè (con possibilità, a discrezione dei titolare dell’esercizio, di apportare modifiche al menu proposto). «"Pizza amica" - aggiungono Ghidotti e Re - vuole dare un segnale positivo ai consumatori. Ora sta tutto nel verificare l’entità dell’adesione tanto da parte delle circa cento pizzerie presenti a Bergamo che degli stessi cittadini, per valutare un’eventuale replica della stessa in futuro».

(04/02/2004)

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