Cronaca / Bergamo Città
Martedì 20 Ottobre 2009
Cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva
Operata ai «Riuniti» la 100ª paziente
Gli Ospedali Riuniti si confermano tra i primi centri al mondo per la cura della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, malattia genetica, spesso asintomatica e causa di decessi improvvisi nei bambini e nei giovani adulti.
E’ una donna di 39 anni il centesimo paziente sottoposto a un intervento di miectomia agli Ospedali Riuniti di Bergamo per correggere una complessa malattia genetica: la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva. Operata il 19 ottobre, la paziente è già stata dimessa dalla terapia intensiva per proseguire la degenza nel reparto di cardiochirurgia.
La cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva è una patologia che interessa una persona ogni 500 mila ed è difficile da diagnosticare perchè spesso asintomatica. E’ la più comune causa di morte improvvisa tra i giovani al di sotto dei 35 anni e si caratterizza per un aumento dello spessore della parete del cuore, tale da rendere difficoltoso il passaggio del sangue dal ventricolo all’aorta. Nel 20% dei casi è necessario un delicato intervento chirurgico, in cui viene asportata una porzione di muscolo cardiaco dalla cavità del ventricolo sinistro, in modo da allargare l’area e ridurre l’ostruzione.
“In questi casi la chirugia permette di migliorare molto la qualità della vita dei pazienti – spiega Paolo Ferrazzi, direttore del Dipartimento Cardiovascolare degli Ospedali Riuniti di Bergamo -. Si tratta però di interventi complessi che richiedono esperienza e professionalità. Ai Riuniti ne eseguiamo dal 1999 e in 10 anni possiamo vantare il successo in 100 interventi, dato che ci pone centro di riferimento italiano e tra i primi al mondo per il trattamento di questa patologia. Questo risultato è il frutto dell’altissimo livello della nostra cardiologia e cardiochirurgia e del fondamentale apporto degli anestesisti in sala operatoria, tanto che si è venuta a creare una task force multidisciplinare in grado di affrontare a 360 gradi il problema, anche da un punto di vista genetico”.
Proprio del ruolo degli anestesisti in cardiochirurgia, chirurgia vascolare e chirurgia toracica si parlerà nell’edizione 2009 di CARACT, il Corso nazionale di Aggiornamento in Rianimazione e Anestesia CardioToracica, che inizierà il 21 ottobre al Centro Congressi “Giovanni XXIII” e che per tre giorni riunirà a Bergamo i nomi più importanti della cardioanestesia internazionale. “Gli 88 posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva che avremo nel nuovo ospedale faranno dei Riuniti una della più grandi “aree critiche” d’Europa – commenta Luca Lorini, direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione degli Ospedali Riuniti e Presidente del Corso -. Questo ci permetterà di proseguire e potenziare l’ottimo lavoro che abbiamo fatto in questi anni in tutte le specialità che ci coinvolgono, in un’ottica di sempre maggiore integrazione e collaborazione tra le équipe di specialità guidate da Valter Sonzogni, Gianmariano Marchesi, Anna Zilio e Daniela Codazzi. Oggi la presenza 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno dei nostri anestesisti consente di eseguire in qualunque momento anche interventi molto sofisticati, dai trapianti agli interventi di cardiochirurgia, neurochirurgia e chirurgia complessa, sia negli adulti che nei bambini. Il nostro compito è di ridurre al minimo la mortalità anche negli interventi più difficili, che per esempio coinvolgono pazienti anziani con diverse patologie concomitanti, seguendoli in sala operatoria e, se necessario, nelle terapie intensive, fino a quando le funzioni vitali si sono stabilizzate.”
Il primo giorno del meeting coinciderà con l’11esimo Corso Nazionale di Ecocardiografia Transesofagea Intraoperatoria, tecnica di cui gli Ospedali Riuniti sono sede d’insegnamento. “Nell'ultimo decennio questa tecnica ha conquistato un ruolo decisivo e insostituibile – prosegue Lorini -. Agli Ospedali Riuniti abbiamo 5 ecocardiografi di questo tipo che vengono utilizzati nella quasi totalità degli interventi di cardiochirurgia. Sono strumenti preziosi, perchè, grazie a una sonda introdotta nell’esofago fino all’altezza del cuore, consentono di monitorare in dettaglio e costantemente l’attività cardiaca, prima, durante e dopo l’intervento chirurgico. Per esempio permettono di escludere o confermare in pochi minuti un sospetto problema cardiaco e in fase operatoria restituiscono immagini in tempo reale, consentendo di valutare immediatamente i risultati dell'atto chirurgico. E' però una tecnica che richiede numerose e specifiche competenze da parte dell'operatore che devono essere arricchite da un training adeguato e continuo.”
Per questo la parte pratica del corso sarà accompagnata dall’illustrazione di casi clinici concreti, da un forum interattivo per approfondire problematiche specifiche e da una dissezione anatomica di un cuore di maiale che sarà eseguita da Paolo Ferrazzi per spiegarne nel dettaglio l’anatomia, analoga a quella umana.
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