Caravaggio, tripudio di colori
Il santuario ritrova gli affreschi
Persino il rettore don Gino Assensi non ha saputo trattenere l’entusiasmo per il risultato finale. E domenica pomeriggio l’ha trasmesso ai partecipanti alla prima presentazione del restauro degli affreschi e delle decorazioni del transetto sud della basilica del santuario di Caravaggio.
Persino il rettore don Gino Assensi non ha saputo trattenere l’entusiasmo per il risultato finale. E domenica pomeriggio l’ha trasmesso ai partecipanti alla prima presentazione del restauro degli affreschi e delle decorazioni del transetto sud della basilica del santuario di Caravaggio.
Restauro, realizzato da Marcello e Paolo Bonomi di Nembro e sponsorizzato dalla fondazione Credito bergamasco e dalla Bcc di Caravaggio, che ha riportato al suo originario splendore l’opera degli artisti caravaggini Giovanni Moriggia e Luigi Cavenaghi.
Moriggia è il pittore che aveva già affrescato, fra i 1844 e i 1847, i pennacchi della cupola della basilica e poi, fra il 51 e il 54, la stessa cupola: «Fu lui poi – ha rivelato il rettore – a proporsi per dipingere anche i transetti nonostante non fosse ancora stato del tutto pagato per il lavoro fatto. Il motivo più probabile è che, essendo un carbonaro, non era ben visto dall’impero Austro-Ungarico».
La passione che lo spinse a continuare comunque ad affrescare la basilica del santuario di Caravaggio traspare soprattutto dai particolari dei suoi affreschi che ora si possono ammirare in tutta la loro meraviglia: non da terra però data l’altezza a cui si trovano.
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