Capovilla sabato cardinale
La cerimonia a Sotto il Monte

Ci sarà una sedia vuota, vellutata di rosso, alla cerimonia del Concistoro di sabato 22 quando Papa Francesco eleverà alla dignità cardinalizia gli alti prelati, che entreranno a far parte del Collegio. È quella riservata all’arcivescovo Loris F. Capovilla, 98 anni.

Ci sarà una sedia vuota, vellutata di rosso, alla cerimonia del Concistoro di sabato 22 quando Papa Francesco eleverà alla dignità cardinalizia gli alti prelati, che entreranno a far parte del Collegio.

È quella riservata all’arcivescovo Loris F. Capovilla, 98 anni, che non sarà in Vaticano. Una scelta obbligata, stante l’età, dettata da motivi più che altro precauzionali, per quanto, fin dall’annuncio della nomina, il desidero di monsignor Capovilla era quello di essere presente alla cerimonia. L’imposizione della berretta e la consegna dell’anello – a meno di ripensamenti dell’ultima ora - avverranno successivamente, in forma privata, tramite un delegato pontificio. Sabato, nel pomeriggio, i neo cardinali riceveranno le consuete visite di cortesia nell’Aula Paolo VI e nelle Sale del Palazzo Apostolico. Il primo marzo, alle 16, intanto la comunità di Sotto il Monte si stringerà attorno al neo cardinale Capovilla: una cerimonia che si terrà nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista o nella chiesa di Brusicco.

Per una singolare coincidenza – ma per altri motivi – anche il futuro Giovanni XXIII non poté partecipare al Concistoro che lo elesse cardinale, prima di diventare patriarca di Venezia. Accadde quando monsignor Roncalli si trovava in Francia come nunzio apostolico. All’epoca - secondo un antico privilegio - i Capi di Stati avevano il diritto di imporre loro stessi la berretta al nunzio. La cerimonia si svolgeva nel palazzo del Capo dello Stato. Il nunzio stava inginocchiato di fronte al presidente della Repubblica, alla presenza di uno stuolo di funzionari e dignitari statali. Così avvenne nel ‘53, a Parigi, quando all’Eliseo, il presidente della Repubblica Vincent Auriol impose la berretta a monsignor Angelo Roncalli, per nove anni nunzio apostolico in quella sede diplomatica. Auriol, socialista, insistette per avvalersi di questo privilegio, prima esercitato dai re francesi. Lo stesso cerimoniale fu riservato nel dicembre 1958 a monsignor Giuseppe Fietta, fino a quel momento nunzio apostolico in Italia, cui il presidente Giovanni Gronchi impose la berretta in una cerimonia al Quirinale. Allo stesso modo il presidente del Portogallo impose la berretta al suo nunzio, e così il capo di Stato spagnolo, Francisco Franco. Papa Paolo VI, nei primi anni del suo pontificato, abolì questo privilegio.

In attesa della cerimonia di sabato, Papa Francesco ha trasmesso ai designati l’invito a presenziare alla cerimonia nel quale ricorda che «il cardinalato non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio». I cardinali devono seguire «la via dell’abbassamento e dell’umiltà». Infine, un monito affinché i festeggiamenti si svolgano con sobrietà. Come vuole l’autentico spirito francescano.

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