Capelli: La revoca a Romanò?
Serviva più prudenza di Pirovano

«La revoca delle deleghe all’assessore provinciale Pietro Romanò da parte del presidente uscente della Provincia di Bergamo è la cartina tornasole di un mandato». Lo scrive il consigliere regionale Angelo Capelli (Nuovo Centro Destra).

«La revoca delle deleghe all’assessore provinciale Pietro Romanò da parte del presidente uscente della Provincia di Bergamo è la cartina tornasole di un mandato. Illustra chiaramente a tutti le ragioni, la trama intima e lo stile di un governo». Lo scrive il consigliere regionale Angelo Capelli (Nuovo Centro Destra).

«Prudenza e senso politico avrebbero consigliato ad Ettore Pirovano, a poco più di tre mesi dalla scadenza del suo incarico - dice la nota di Capelli -, di non dare seguito – com’era pienamente e realisticamente in suo potere fare – alla richiesta evidentemente pretestuosa del capogruppo provinciale di Forza Italia. Il voto in Consiglio era stato lasciato libero e solo 12 consiglieri su 36 avevano votato a favore della scelta di aumentare la tariffa dell’acqua».

«Dei temi del ciclo integrato delle acque (acquedotti, fognature, depuratori e bollette) inoltre tutti sanno che per quattro anni si è sempre occupato direttamente il Presidente della Provincia, intervenendo di persona alla Conferenza dei sindaci e ai vari appuntamenti. Dunque la decisione di fare pagare ancora una volta il servizio ai cittadini, con l’aumento delle imposte, senza approfondire gli argomenti e gli strumenti indicati da un rilevante numero di sindaci bergamaschi non può che ricadere amministrativamente e politicamente quasi esclusivamente su di lui».

«Ma l’assessorato all’Ambiente - aggiunge Capelli - evidentemente è strategico e in gioco vi sono temi sensibili che chiedono “mani libere”, fosse solo – viene da pensare – per i tre mesi finali.

Argomenti che avrebbero consigliato, un altro al suo posto, ancora più prudenza e il mantenimento in carica del suo assessore. Senso di governo, interesse e vera conoscenza del territorio, rispetto dei collaboratori, attenzione a tutte le componenti politiche, considerazione del voto e dei sentimenti dei cittadini avrebbero altresì consigliato perlomeno cautela. Prendiamo atto che non è stato così».

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