Bergamaschi e bresciani abbracciati dal colonnato del Bernini hanno gioito con uno sventolìo di bandiere e cappellini alla recita di Benedetto XVI della formula di canonizzazione di suor Geltrude Comensoli fondatrice dell'istituo delle Suore Sacramentine e di Arcangelo Tadini, sacerdote bresciano, che si formò inizlamente al ginnasio di Lovere e fu fondatore della Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth.
Sotto un cielo plumbeo, acceso solo da un arcobaleno di colori dei fazzoletti agitati da migliaia di fedeli, domenica 26 aprile Papa Benedetto XVI ha così iscritto nel registro dei santi due nuovi nomi, della terra di Bergamo e di Brescia - terra di Papi e di Beati - assieme a quelli di Bernardo Tolomei abate, Nuno De Santa Maria Alvares Pereira dei Carmelitan, Caterina Volpicelli delle Ancelle del Sacro Cuore. Ad accompagnare gli oltre tremila bergamaschi, il vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi che ha concelebrato la solenne liturgia assieme a numerosi vescovi e porporati.
Nelle prime fila la madre generale delle Sacramentine, suor Germana Crotti, nativa di Brembate, numerose religiose e autorità bergamasche con i gonfaloni dei comuni. «Fu davanti all'eucarestia - ha detto Benedetto XVI - che santa Geltrude comprese la sua vocazione e missione nella chiesa: quella di dedicarsi senza riserve all'azione apostolica e missionaria, specialmente a favore della gioventù. Nacque così in obbedienza a Papa Leone XIII il suo istituto che mirava a tradurre la carità contemplata nel Cristo eucaristico, in carità vissuta al prossimo bisognoso».
La decisione di canonizzare madre Comensoli è avvenuta dopo il riconoscimento della guarigione scientificamente inspiegabile, nel 2001, di Vasco Ricchini, di Agnosine, in provincia di Brescia, che allora aveva 4 anni, colpito da una gravissima forma batterica di meningite fulminante. Il rito di canonizzazione si è chiuso con l'offerta all'altare di alcune reliquie dei nuovi santi e la liturgia della Parola. Lunedì 27 aprilei pellegrini si ritroveranno ancora nella Basilica di San Pietro per una messa di ringraziamento prima di far ritorno.
IL PROFILO
La Beata Comensoli è una delle figure più belle sbocciate nel cattolicesimo bergamasco tra Otto-Novecento». Caterina Comensoli nasce a Bienno, in Valcamonica, il 18 gennaio 1847. Fin dalla fanciullezza sente una precoce attrattiva verso l'Eucaristia. A sette anni, furtivamente, non avendo ancora l'età prescritta, riceve la Comunione, giurando eterno amore al Signore. Col passare degli anni, pensa a un istituto contemplativo dedito all'adorazione eucaristica perpetua. Nel 1880, insieme alla famiglia Vitali dove presta servizio, partecipa a un pellegrinaggio a Roma, dove espone il suo ideale a Papa Leone XIII. Il Pontefice le risponde: «Figliola, non parlare di clausura. L'istituto che vuoi aprire sia pure consacrato al santo pensiero dell'adorazione, ma devi raccogliervi anche la vita attiva, per educarvi le fanciulle povere e specialmente le operaie».Il Papa le chiedeva di coniugare la spiritualità eucaristica con l'attenzione ai bisogni emergenti. Con l'appoggio del vescovo Gaetano Camillo Guindani, il 15 dicembre 1882, insieme a due compagne, Caterina inizia a Bergamo, in via Cavette (l'attuale via Sant'Antonino) la Congregazione delle Sacramentine. Viene nominato superiore don Francesco Spinelli. Due anni dopo, veste l'abito religioso e assume il nome di Geltrude.L'istituto conosce uno sviluppo rapidissimo, con un vasto impegno nell'educazione della gioventù femminile, comprese orfane, malate, disabili e operaie. Queste ultime sono assistite anche negli opifici, dando avvio a un capitolo storico nuovo nella vita religiosa dell'epoca, segnata dal passaggio dalla società rurale al mondo industriale. Purtroppo, sull'istituto si abbattono nubi, causate dalla mancanza di onestà di pretesi benefattori e dalla inesperienza economica dello Spinelli. Queste circostanze causano il fallimento economico della Congregazione (1889), a cui segue l'inevitabile e doloroso processo. Don Spinelli deve andare a Cremona, dove fonda le Adoratrici di Rivolta d'Adda. Madre Geltrude deve lasciare la casa madre, messa all'asta, e trova accoglienza a Lodi dal vescovo Giambattista Rota, che l'8 settembre 1891 erige canonicamente la Congregazione delle Sacramentine. Con immensi sacrifici, dopo aver riscattato la casa madre, nel 1892 l'istituto torna a Bergamo, dove avviene una rapida ripresa. Malata e minata dalle fatiche, madre Geltrude muore il 18 febbraio 1903, a 56 anni. Nel 1906 l'istituto viene dichiarato di diritto pontificio e nel 1910 sono approvate le Costituzioni. Il 1° ottobre 1989, Giovanni Paolo II iscrive madre Comensoli nell'albo dei Beati. Attualmente le circa 800 Sacramentine sono presenti in Italia, Croazia, Africa (Malawi, Kenya) e Sudamerica (Brasile, Ecuador, Bolivia), sempre fedeli al carisma dell'adorazione eucaristica e all'attività apostolica nell'educazione della gioventù e nel servizio alle Chiese locali.
LO STENDARDO E IL LOGO
Per la canonizzazione della Comensoli, la Congregazione delle Sacramentine ha affidato a Valter Dadda la creazione di un logo che esprime il carisma eucaristico dell’istituto religioso. È formato da una grande lettera «C» in colore viola, per indicare l’inizio del nome Caterina con cui la Santa venne battezzata e il cognome Comensoli. La Congregazione ha ripreso — nel tradizionale arazzo che sarà steso sulla facciata della basilica di San Pietro al momento ufficiale della dichiarazione della canonizzazione — un dipinto realizzato nel 1988 dal pittore bergamasco Luigi Arzuffi, morto nel 1995. Raffigura la Santa in piedi mentre indica l’Ostia consacrata. In basso sono raffigurate alcune religiose e alcune ragazze di ogni razza soccorse, amate e aiutate dalle Sacramentine nei luoghi in cui sono presenti nel mondo.
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