Camion della mafia all’ospedale
Indagini sulla qualità del cemento

«Alcuni degli odierni arrestati erano stati già condannati per aver impiegato, in altre realtà italiane, cemento con caratteristiche non corrispondenti a quelle di legge».

«E, visto che i loro camion sono stati senza dubbio utilizzati nel cantiere dell’ospedale Papa Giovanni, nell’ambito di un appalto in realtà assegnato a un’altra ditta, è chiaro che dovremo vederci chiaro ed effettuare alcune verifiche. Anche se non abbiamo, per ora, alcuna certezza che sia stato portato nel cantiere del cemento e di quale qualità fosse, dunque va evitato l’allarmismo. Di certo c’è il fatto che nel cantiere sono entrati dei camion in maniera illecita».

È il procuratore di Cremona Roberto Di Martino a spiegare, lunedì mattina 13 aprile a margine di una conferenza stampa sull’arresto di 12 persone per associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio e all’estorsione, quali potrebbero essere i risvolti bergamaschi dell’indagine. «Una delle caratteristiche di queste bande è proprio l’utilizzo di prodotti scadenti - rileva Di Martino -: quanto è emerso risale a quattro anni fa, ma è evidente che ora dovremo vederci chiaro».

Questi i fatti. Ieri all’alba le Squadre mobili di Cremona e Brescia hanno arrestato 12 persone accusate di far parte di una presunta organizzazione mafiosa, capeggiata dal calabrese cinquantasettenne Giovanni Iannone, affiliato alla cosca degli Arena. Secondo la procura cremonese Iannone avrebbe gestito, attraverso prestanome, svariate società attive nel settore del «movimento terra». Tra i presunti ricettatori c’è tra l’altro l’unico bergamasco indagato: Christian Patelli, 39 anni, di Pianico, in carcere in via Gleno.

A proposito di quanto emerso dell’inchiesta condotta dalla Procura di Cremona, l’Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII ha diramato questa nota: «Il nostro ospedale è sicuro. Lo attestano le centinaia di verifiche compiute in questi anni, a partire dal severo collaudo statico compiuto dal professor Antonio Migliacci del Politecnico di Milano, vera autorità in materia. Il collaudo in corso d’opera ha eseguito centinaia di provini sui calcestruzzi, come previsto dalla legge, mentre le strutture sono state sottoposte a prove di carico, e a due prove dinamiche per verificare i requisiti antisismici. I problemi riscontrati dall’apertura ad oggi riguardano le finiture e non certo la staticità. Su queste imperfezioni siamo intervenuti da subito e stiamo intervenendo, oltre ad aver avviato azioni legali per individuare le responsabilità, ma le verifiche effettuate da soggetti terzi ci garantiscono la massima sicurezza della struttura».

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