Calcinate, addio al punto nascite
Nasce il primo presidio territoriale

Il 30 settembre chiuderà il punto nascite di Calcinate. La struttura sarà convertita nel primo presidio territoriale ospedaliero (Pot) provinciale. Effettivamente può essere considerato anche il primo in Lombardia.

Le novità sono state annunciate durante la conferenza stampa da Cesare Ercole, direttore generale della’A.O. di Treviglio, insieme a Mara Azzi, direttore generale dell’Asl della provincia di Bergamo e al sindaco di Calcinate, Gianfranco Gafforelli.

La decisione della chiusura del punto nascita - ha spiegato Mara Azzi - segue di pochi mesi quella del punto nascita di San Giovanni Bianco, reparti entrambi che non raggiungevano gli standard richiesti dalla legge (500 parti/anno), salvaguardando perciò la sicurezza del momento terminale del percorso nascita. I parti, infatti, a Calcinate nel primo semestre sono stati solo 143.

La scelta, non facile da assimilare per la popolazione, dovrà essere vista come una maggior garanzia di sicurezza e salvaguardia del neonato e della mamma. In futuro, a Pot riconvertito, non si esclude il potenziamento di altri servizi inseriti nel percorso nascita, oggi comunque presenti al Consultorio di Grumello del Monte. Con la riconversione, chiuderanno anche la Chirurgia, l’Anestesia e il Pronto Soccorso.

Il sindaco di Calcinate ha sottolineato quanto il senso di responsabilità degli amministratori locali dell’area di Grumello sia stato il valore aggiunto per la buona riuscita di questo progetto. Tutti, infatti, hanno compreso le potenzialità della riconversione, opportunità unica per l’ospedale di continuare a vivere. È, infatti, una delle poche volte che la politica tutta è d’accordo su un progetto così complesso.

L’integrazione tra servizi territoriali e attività di base, uniti in un’unica struttura, ha detto Santino Silva, Direttore Sanitario, è il punto vincente di questo Pot. Silva ha illustrato i forti cambiamenti che subirà la struttura, andando in primis ad intervenire sulla parte più nuova, libera dopo la dipartita della Psichiatria di Seriate. In quest’ala, al piano terra, che si amplierà poi con quella lasciata libera dal Pronto Soccorso, sarà ricompresa l’attività ambulatoriale e il punto prelievi, comprendendo anche l’attività dei medici di base per la presa in carico completa del paziente (definite dalla riforma Balduzzi «Aggregazioni funzionali territoriali e unità complesse di cure primarie»). Qui dovrebbe essere costruita anche la sala del commiato. Resterà la Radiologia quale servizio anche per i Mmg.

Il piano rialzato, dove ora ci sono gli uffici amministrativi (che resteranno) e il Laboratorio Analisi, vedrà l’installazione dell’attività socio-sanitaria, peculiare di un Distretto.

Al primo piano la sala operatoria sarà demolita e riconvertita in ulteriori posti letto per sub acuti che diverranno 30 (utilizzabili direttamente anche da Mmg). L’area che si libererà dalla chiusura della Medicina potrà essere destinata ad Hospice, struttura fortemente richiesta dai sindaci. Al secondo piano il progetto prevederebbe un’area per la piccola chirurgia, finanziamento che si pensa di spostare sull’hospice.

Entro fine anno l’apertura del cantiere. Un anno per completare i cambiamenti.

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