Calano le interruzioni di gravidanza
Nel 2008 sono state 200 in meno

Interruzioni di gravidanza, Bergamo va in controtendenza rispetto a Milano. Mentre dal capoluogo arriva l'allarme di un aumento delle richieste e delle liste d'attesa, in particolare dalla clinica Mangiagalli, che con le sue 1.700 interruzioni di gravidanza all'anno è il primo ospedale della Lombardia per il numero di aborti, in terra orobica si assiste a un calo, rispetto al numero complessivo nel 2007 delle Ivg (interruzioni volontarie di gravidanza, ovvero gli aborti volontari effettuati sulle norme delle legge 194). Lo dicono i numeri forniti dall'Asl di Bergamo, che nel suo servizio di screening epidemiologico tiene monitorate anche le persone residenti e assistite dall'Asl in provincia di Bergamo che però, per vari motivi, scelgono di andare ad abortire in strutture sanitarie fuori territorio. Confermando una tendenza in atto da alcuni anni, gli aborti risultano in calo. Nel 2007 il numero totale delle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate nelle strutture sanitarie pubbliche o accreditate in territorio bergamasco è 2.275 (2.475 se si aggiungono i 200 casi di utenti Asl di Bergamo che però sono emigrate fuori territorio per abortire altrove), di questi 1.142 sono casi di straniere (più 50 donne andate fuori provincia per un totale di 1.192 casi di Ivg) e 1.133 di italiane (più 150 fuori provincia per un totale di 1.283). Nel 2008 il calo c'è ed è sull'ordine di circa 200 aborti in meno: il numero totale delle interruzioni di gravidanza nelle strutture bergamasche è stato 2.091 (più 208 casi di assistite Asl che sono andate altrove, per 2.299 in totale), di queste i casi di donne straniere sono 1.113 (più 62 fuori provincia, totale 1.175) e 978 le italiane (più altre 146 utenti Asl di Bergamo «emigrate» altrove per l'interruzione volontaria di gravidanza, con i casi totali che così arrivano a 1.124). Come è facile intuire dai numeri, sono soprattutto le donne di nascita non italiana a scegliere l'interruzione di gravidanza volontaria: sono state la maggioranza sia nel 2007 sia nel 2008. Peraltro, gli operatori sanitari segnalano da tempo il preoccupante ricorso all'aborto da parte di donne straniere quasi come fosse un «sistema di prevenzione» delle nascite, una sorta di contraccettivo. E, purtroppo, il fenomeno è più diffuso di quanto non si possa intuire dai numeri ufficiali: sono molti, moltissimi, i casi, e nella Bergamasca piuttosto diffusi, di donne immigrate, soprattutto sudamericane o dei Paesi dell'Est, che ricorrono ad aborti fai da te tramite l'assunzione di farmaci che contengono il misoprostolo (farmaci facilmente reperibili perché il principio attivo è contenuto in medicinali venduti per esempio per curare l'acidità di stomaco e perché è ampiamente diffuso un commercio su Internet) e che provocano emorragie e contrazioni inducendo così l'aborto, con altissimi rischi per le donne. Questi casi, purtroppo, sfuggono alle statistiche e quasi mai emergono come «aborti procurati». Il fenomeno della forte incidenza del numero di donne straniere sul totale degli aborti è uniforme in tutte le strutture sanitarie della provincia di Bergamo, con tassi più o meno elevati ma comunque consistenti, così come nel raffronto tra il 2007 e il 2008 il calo complessivo è registrato in tutti gli ospedali. Vediamole, le cifre per i singoli ospedali. Per quanto riguarda gli Ospedali Riuniti di Bergamo nel 2007 il numero totale di aborti è stato 306 (di questi 160 di straniere e 146 italiane). Nel 2007 l'incidenza di Ivg tra le donne straniere ricoverate è stata del 68,4 per 1.000 persone ricoverate nell'anno (nel dettaglio: 2.311 ricoverate straniere, su 158 Ivg, con la percentuale sul totale di Ivg del 53%), contro l'incidenza di Ivg tra le donne italiane ricoverate che è del 5,6 per 1.000 persone all'anno (24.363 donne italiane ricoverate per 140 interruzioni di gravidanza, con una percentuale del 47% sul totale degli aborti volontari). Nel 2008 il numero degli aborti ai Riuniti è calato a 287, di questi 139 per donne straniere e 148 italiane. Nell'Azienda ospedaliera Bolognini di Seriate (con dati riferiti alle strutture sanitarie di Seriate, Alzano e Clusone, tenendo presente che da metà novembre a fine dicembre 2008 l'attività del reparto di Ostetricia e Ginecologia di Clusone è stata sospesa per il trasloco al Locatelli di Piario): nel 2007 a Seriate gli aborti volontari sono stati 661 (259 per le italiane, 402 per le straniere), 312 ad Alzano, ospedale Fenaroli (188 le italiane, 124 le straniere) e 259 all'ospedale San Biagio di Clusone (156 per le italiane, 200 per le straniere), con un totale di 1.232 interruzioni. Nel 2008 c'è un calo: totale di 1.188 aborti volontari dei quali 313 ad Alzano (155 italiane, 158 straniere), 685 a Seriate (263 italiane, 422 straniere) e 190 a Clusone (115 le italiane, 75 le straniere). In tutta l'azienda Bolognini la media di aborti che riguarda le donne straniere oscilla tra il 51 e il 55% rispetto al totale, ed è in crescita. Passando invece all'Azienda ospedaliera Treviglio-Caravaggio (che comprende le strutture di Treviglio, Romano, Calcinate e San Giovanni Bianco) vediamo, per il 2007, 11 interruzioni a Treviglio (tutte per italiane), 212 per Romano di Lombardia (118 italiane, 94 straniere), 356 per l'ospedale di Calcinate (156 italiane, 200 straniere), e a San Giovanni Bianco 150 (99 italiane, 51 straniere), per un totale complessivo di 729; nel 2008 invece a Treviglio gli aborti volontari sono stati 6 (5 per italiane, più una donna straniera), a Romano 216 (114 per italiane, 102 per straniere), 241 a Calcinate (88 italiane e 153 straniere) e 143 a San Giovanni Bianco (81 per le donne italiane e 62 per le straniere), con un totale, in calo rispetto al 2007, di 606 interruzioni volontarie di gravidanza. Dall'Asl forniti anche i dati sulle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate nella struttura del Policlinico di Ponte San Pietro: 8 nel 2007 (6 italiane, 2 straniere) e 10 nel 2008 (9 italiane, 1 straniera).

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