Calabria, si cerca il corpo del bidello

Continuano a ritmo serrato, in Calabria, le indagini per far luce sulla scomparsa e sulla presunta morte di Emanuele Borgesi, il bidello di 35 anni che lavorava a Bergamo - alle elementari «Gabriele Rosa» della Conca Fiorita - con un contratto a termine. La polizia di Taurianova non ha dubbi sulla morte dell’uomo: nel luglio scorso era tornato al suo paese; il 14 luglio era uscito di casa e da allora nessuno l’ha più visto. Per questo ieri la polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di un bracciante di Taurianova, Vincenzo Verduci, 36 anni, detto «Cecè»: l’accusa è di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Il cadavere però non si trova: e questa è la prima domanda a cui gli inquirenti stanno cercando di dare una risposta con indagini a 360 gradi. Borgesi, secondo la polizia, è stato ucciso probabilmente per una storia di debiti. A mettere gli inquirenti sulla pista giusta sono state le ultime parole che Borgesi aveva detto alla madre il giorno in cui è scomparso: «Io esco, devo vedere Cecè. Però non sono tranquillo. Se non torno, se mi accade qualcosa, sai con chi mi sono incontrato».

(20/01/2008)

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