
Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 30 Ottobre 2014
Cai, confronto con i motociclisti
«Ma interessi inconciliabili»
Il presidente nazionale Umberto Martini dopo l’incontro con la Fmi: «Non c’è né ci sarà alcuna concessione o deroga sulla nostra posizione circa la frequentazione motorizzata contro la legge sui sentieri e mulattiere di montagna».
«L’incontro con Paolo Sesti, Presidente della Federazione motociclistica italiana, ha suscitato un dibattito molto vivo e interessante all’interno del Cai. Dopo aver seguito il percorso di riflessione interna del Comitato centrale di indirizzo e controllo, della Conferenza dei Presidenti regionali Cai e del Comitato direttivo centrale voglio portare a più ampia conoscenza le nostre posizioni» spiega Martini.

«L’incontro con il presidente della Fmi è stata un’occasione per far conoscere le ragioni e i valori del Cai a chi parte da posizioni e interessi a noi contrapposti, e certamente anche per ascoltare quelle dei motociclisti. Qualcuno, partendo dal comunicato stampa che rendeva noto l’incontro, ha sostenuto sulla stampa che da esso sia derivato un accordo: ciò è pura fantasia, non c’è né ci sarà alcuna concessione o deroga sulla nostra posizione circa la frequentazione motorizzata contro la legge sui sentieri e mulattiere di montagna. Allo stesso modo non si è mai affermato che gli interessi di escursionisti e motociclisti siano equivalenti, anzi ribadisco che sono inconciliabili».
«Ribadisco che il Cai ha sempre condotto e continuerà a condurre le proprie battaglie contro la frequentazione indiscriminata dei sentieri di montagna con i mezzi motorizzati. La realizzazione dei sentieri, come dei rifugi, è sin dall’inizio della nostra storia uno degli elementi centrali della missione del Cai. La frequentazione e la tutela delle Terre alte è per me, e per il Cai, condizionata ai principi espressi nel nuovo Bi-Decalogo, che sono prima di tutto un codice di autoregolamentazione che i nostri Soci si sono dati. Ricordo anche le Tavole di Courmayeur e la Charta di Verona» rileva il presidente del Cai.
«Il Cai è fortemente impegnato per ottenere la revisione del Codice della strada. Gli interessi in gioco sono numerosi e molte sono le lobby che faranno pressione. Tra queste vi sono quelle legate al mondo dei motori, che hanno alle spalle non solo molti motociclisti, fuoristradisti e quaddisti, ma anche grandi interessi industriali e non solo. A questo proposito pongo una questione, e cioè, in vista dell’obiettivo di ottenere la modifica del Codice della strada, considerati gli esiti delle recenti battaglie perse, non dobbiamo, ora più di prima, mettere in campo tutte le possibili strategie per la creazione di quell’ampio consenso che ci consentirà di essere ancor più incisivi per la difesa e la tutela dell’ambiente alpino? Credo di sì».
«Penso che a fianco delle giuste e dure azioni di contrasto come quelle della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, che ho sostenuto, sostengo e sosterrò, abbiamo il dovere di continuare a spiegare e far conoscere in tutte le possibili occasioni di dialogo e confronto, anche a motociclisti e utilizzatori di mezzi motorizzati, i principi del nostro Bi-decalogo. Primo fra tutti che la montagna è un ecosistema fragile, da tutelare e che dobbiamo restituire alle future generazioni».

«Insieme alle altre associazioni ambientaliste abbiamo elaborato un documento indirizzato al presidente del Consiglio che verrà diffuso nei prossimi giorni. Nel documento, oltre a dedicare un paragrafo specifico alle Terre alte, chiediamo di modificare il Codice della strada per rendere esplicito il divieto di circolazione ai mezzi motorizzati, fuoristrada e motoslitte su sentieri e mulattiere. Chiediamo l’istituzione di un Catasto nazionale dei sentieri e delle mulattiere e che venga ridefinita la mappa di sentieri e mulattiere, anche riclassificando carrarecce, carrozzabili e strade a fondo naturale. Inoltre chiediamo di introdurre il divieto assoluto dell’uso di natanti a motore nei laghi alpini ed appenninici superiori ai 1000 metri d’altezza».
«Il Cai non ha timore né di confrontarsi in un tavolo né di intraprendere azioni di lotta. Il Cai a cui penso è quello che gestisce il confronto per non subirlo. Credo, infine, che insieme alle azioni di rete con le altre associazioni ambientaliste, confrontarsi con chi ha interessi contrapposti al nostro, senza mai derogare dai principi del Bi-decalogo, significhi mettere in atto una coraggiosa azione di sensibilizzazione e di educazione ambientale rivolta al più ampio pubblico possibile con l’obiettivo di rendere ancora più forte la nostra politica ambientale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Roberto Pizzoli
10 anni, 6 mesi
Cai penoso.... Straccio la mia tessera...Sembra di parlare con i sindacati
Edo Farina
10 anni, 6 mesi
il cai adesso non solo pretende di essere il padrone indiscriminato delle montagne ma vuole estendere il suo diktat anche al codice della strada.Di battaglie perse caro Martini non ne vedo perchè gli esiti della nuova legge regionale che dovrebbe permettere il transito dei mezzi motorizzati per manifestazioni sportive è stata puntualmente applicata da 3/4 dei comuni in cui doveva passare la recente manifestazione in memoria di Diego Bosis (a sole 48 ore dalla partenza!) Invece insisto ancora una volta a chiedermi perchè la restante parte di legge relativa alla liberalizzazione del taglio boschivo o le riqualificazioni dei terreni edificabili ( in aree montane non in città) non interessi minimamente a questa associazione sempre pronta a scagliarsi SOLO contro i motociclisti.
Flaminio Maffettini
10 anni, 6 mesi
La domanda può sembrare provocatoria ma lo é meno di quanto possiate pensare: cosa disturba delle moto in montagna? Grazie per le risposte che mi vorrete fornire
Lucio Paleari
10 anni, 6 mesi
Forza C.A.I.!!! Non demonizzo l'auto (o la moto), mi regala viaggi in zone lontane per assaporarne i pregi in comodità e in celerità (non sono più tempi da Goethe in Italia...), ma in montagna (che considero un ambiente non "mio", ma di tutti e degli animali che da secoli ci vivono) vado come un ospite che cerca di non essere invadente, maleducato e "distruttivo", ma che, anzi, lentamente, cerca di capire ciò che lo circonda senza imporre la propria presenza, senza lasciarne traccia. Lasciamo i mezzi motorizzati (tanto utili se non indispensabili a molti di noi, me compreso) alla vita frenetica di tutti i giorni, ma teniamoli lontano da quella"natura" tanto ricercata da tutti nell'alimentazione, nell'equilibrio sia fisico che psichico, nei momenti di relax, nella fuga dal tran-tran infrasettimanale.