Sta andando a gonfie vele la stagione dei capannisti bergamaschi. A circa metà della stagione venatoria 2008/2009 è tempo di un primo bilancio dal quale emerge un ottimo transito di tordi e beccacce e una buona presenza di lepri nella pianura bergamasca. Molti dei piani di prelievo della fauna selvatica stanziale sono stati completati e la Provincia di Bergamo ha decretato la sospensione del prelievo venatorio per la lepre nella pianura, nel comprensorio della Valle Seriana e della Valle Borlezza; del cervo in Valle Brembana, della coturnice in Valle Brembana e del gallo forcello nel comprensorio alpino della Valle Brembana. Le specie migratorie più ambite dal mondo venatorio hanno superato il territorio orobico e si stanno dirigendo verso lidi mediterranei se non africani. In particolare è il caso del tordo bottaccio, protagonista di un transito migratorio consistente che ha fatto la gioia degli oltre 4.500 capannisti bergamaschi. Lo stesso discorso vale per la beccaccia, specie ambita dai cacciatori con il cane da ferma. «La presenza numerosa di tordi e beccacce - ha spiegato Giacomo Moroni, responsabile del Servizio faunistico ambientale della Provincia di Bergamo - ha attutito e ammortizzato il periodo restrittivo di caccia della coturnice e del gallo forcello, concesso dalla Provincia». Le speranze dei capannisti ora si affidano alle migrazioni di cesene e tordi sasselli, specie nordiche a migrazione invernale che dovrebbero arrivare, soprattutto le cesene con il primo freddo, previsto da questo fine settimana. Sempre secondo Moroni, è ottimo il bilancio della caccia di selezione al camoscio e la caccia in squadre al cinghiale: «La presenza dei grossi erbivori è in costante aumento su tutto il territorio bergamasco. Lo registrano, purtroppo, i numerosi episodi di incidenti stradali (due cervi investiti a Lenna) che si sono verificati negli ultimi giorni». Unica nota negativa di questa prima parte della stagione venatoria è la poca migrazione di fringuelli e peppole, proprio nell’anno in cui la Regione Lombardia ne aveva concesso il prelievo in deroga. «La causa dell’assenza di queste due specie – conclude Moroni – è collegata al fattore climatico ed è molto probabile, che per via di alcune perturbazioni, la rotta migratoria si sia convogliata sulle vie balcanica e ispanica». (24/11/2008)
© RIPRODUZIONE RISERVATA