Caccia chiusa: è tempo di bilanci

Un eccezionale passaggio di migratori: così sarà ricordata dai cacciatori la stagione venatoria che si è conclusa martedì scorso, 31 di gennaio. Una data importante per gli oltre 800.000 cacciatori italiani. L’elemento che ha caratterizzato l’appena conclusa stagione venatoria è stata proprio l’abbondante migrazione delle quattro principali specie di turdidi cacciabili: merli, tordo bottacci, sasselli e cesene. Inaspettata soprattutto la migrazione dei tordi sasselli, specie il cui passaggio è sempre incerto nella nostra provincia. Anche i roccolatori hanno fatto il pieno dei quantitativi autorizzati. Poi c’è stato un eccezionale passo di peppole, che ha coronato una migrazione autunnale come non si vedeva da decenni. Dal punto di vista dei cacciatori migratoristi vaganti, la beccaccia, mitico scolopacide per i cacciatori col cane da fermo ha fatto registrare giudizi al quanto differenziati da zona a zona: ad esempio ottimi carnieri in Alta Valle Brembana e sui Colli di San Fermo, mentre nelle altre valli bergamasche il becco lungo si è fatto desiderare. Anche i cacciatori vaganti alla selvaggina stanziale si dichiarano mediamente soddisfatti, la lepre comune, unico selvatico nobile della pianura, ha dato buoni risultati in termine di carnieri numerosissimi segugisti della Atc Pianura Bergamasca. Purtroppo gli stessi cacciatori hanno segnalato non poche intemperanze nei prelievi di lepri, la cui eccessiva rarefazione al termine della stagione venatoria impone inesorabilmente anche questo anno costosi e impegnativi ripopolamenti. Decisamente soddisfatte le 6 squadre di cacciatori cinghialai, che nei tre mesi di caccia a loro disponibili hanno abbattuto 232 cinghiali, 24 più della precedente stagione. In montagna la situazione degli ungulati, sempre in crescita, da qualche anno sembra diversificare la situazione tra le diverse specie dei grossi erbivori selvatici: crescono le popolazioni di camoscio e cervo, e di conseguenza anche i prelievi effettuati dai cacciatori di selezione, mentre si registra anche nella nostra provincia una generalizzata contrazione della popolazione di caprioli. (02/02/2006)

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