Brebemi, uno studio dell’Università
«Bisogna rendere attrattiva l’area»

Serve una cabina di regia e occorre un maggior coordinamento degli attori sul territorio: dopo i primi mesi di vita della Brebemi si pensa al futuro.

Ci sono le ricorrenti polemiche ma anche opportunità da valorizzare: Brebemi dovrebbe essere un bypass autostradale strategico che però non ha ancora messo in campo tutta la propria forza.

Un’infrastruttura (62 chilometri, 15 Comuni bergamaschi interessati, una media di 18 mila veicoli al giorno) salutata da grandi attese, eppure resta uno scarto fra quel che può dare e ricevere dal territorio. Il tempo stringe, dato che l’Expo è alle porte, mentre uno dei punti critici dovrebbe essere risolto a breve: la tangenziale nord di Milano che fluidificherà il traffico in arrivo dalla Brebemi.

Tutto questo si legge nella ricerca dell’Università di Bergamo e promossa dalla Pro Universitate Bergomensi, iniziata un anno fa quando era prossima l’inaugurazione dell’autostrada, coordinata da Cristiana Cattaneo, vice direttore del dipartimento di economia aziendale: si analizzano limiti e opportunità dell’opera e si suggeriscono piste di ricerca per rendere virtuoso il rapporto fra la Brebemi e il Trevigliese.

Per farlo bisogna rendere attrattiva l’area per ottenere tutte le ricadute positive possibili.

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