Cronaca / Isola e Valle San Martino
Martedì 16 Settembre 2014
Bossetti deve rimanere in carcere
Pericoloso e il dna è un grave indizio
Sei pagine per dire che no, Massimo Bossetti non può essere scarcerato: a suo carico restano i gravi indizi di colpevolezza e il pericolo che possa ripetere il reato. Respinta l’istanza di scarcerazione degli avvocati difensori Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni.
Sei pagine per dire che no, Massimo Bossetti non può essere scarcerato: a suo carico restano i gravi indizi di colpevolezza e il pericolo che possa ripetere il reato. Respinta l’istanza di scarcerazione degli avvocati difensori Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni.
Un’ordinanza che, in sostanza, ricalca quella che lei stessa aveva emesso il 19 giugno in sede di convalida del fermo del carpentiere di Mapello accusato di aver ucciso Yara Gambirasio. Perché per il gip da allora il quadro indiziario non è cambiato granché e perché le 40 pagine della richiesta non contengono nuovi elementi capaci di attenuare il peso dei sospetti.
La gravità indiziaria resta immutata e continua a fare perno sul dna ritrovato sui leggins e gli slip di Yara e riconducibile a Bossetti. Perché, se il corpo della tredicenne è stato trovato in condizioni degradate, quelle macchie di sangue sono riuscite a conservarsi a a tal punto da consentire l’estrapolazione del materiale genetico? Perché, ragiona il gip, erano in un punto «riparato» e non alla mercé degli agenti atmosferici che hanno cancellato il resto delle tracce.
C’è poi il pericolo di reiterazione, su cui il gip s’era già espresso il 19 giugno. Maccora scriveva che «sussiste l’esigenza della custodia in carcere, avuto riguardo della gravità intrinseca del fatto, connotato da efferata violenza e dalla personalità di Bossetti dimostratosi capace di azioni di tale ferocia posta in essere nei confronti di una giovane e inerme adolescente abbandonata in un campo incolto ove per le ferite e l’ipotermia ha trovato la morte. Elementi che rendono estremamente probabile il rischio della reiterazione di reati della stessa indole».
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