Cronaca / Valle Seriana
Domenica 08 Giugno 2014
Bocconi avvelenati in Val Seriana
Morte sospetta di un rottweiler
Torna in Valle Seriana, tra i proprietari di cani, l’allarme per i bocconi avvelenati. Dopo i casi segnalati lo scorso aprile,domenica 8 giugno si è verificato un nuovo caso nell’area del monte Farno, in territorio di Gandino. Vittima un rottweiler di quattro anni, di proprietà di un uomo della zona.
Torna in Valle Seriana, tra i proprietari di cani, l’allarme per i bocconi avvelenati. Dopo i casi segnalati lo scorso aprile,domenica 8 giugno si è verificato un nuovo caso nell’area del monte Farno, in territorio di Gandino. Vittima un rottweiler di quattro anni, di proprietà di un uomo della zona.
L’animale si è accasciato a terra dopo una corsa fra i pascoli nella zona attorno alla strada che conduce alla Montagnina, non lontano dalla nuova Baita dei Cornelli. Nonostante la non indifferente massa corporea (si stimano circa 60 chilogrammi di peso) il cane è morto in pochi minuti, senza nessuna possibilità di cura. Le analisi potranno confermare se si tratta effettivamente di avvelenamento, dato che potrebbe trattarsi (ma sono alternative più remote) anche di un episodio legato al caldo oppure al morso di una vipera.
L’ipotesi più probabile è quella dell’avvelenamento, anche perché nei giorni scorsi erano stati resi noti i risultati degli accertamenti svolti dall’Istituto di zooprofilassi sulla carcassa di Giotto, un giovane Springer di proprietà di due giovani di Calcinate, morto in pochi istanti durante una gita sul Farno il 9 aprile. Due giorni dopo era toccato a un altro cane, di proprietà di una donna di Gandino.
«Le analisi sul primo cane deceduto – spiega Giampiero Zilioli, presidente dell’associazione cacciatori Anuu di Casnigo, che segue da vicino il problema – ipotizzano l’altissima concentrazione di una sostanza venefica utilizzata anche contro i ratti e non facilmente reperibile. Un dato che potrebbe essere indirettamente confermato anche dalla morte del rottweiler: per morire in pochi minuti, nonostante la sua mole, dovrebbe aver ingerito una quantità molto significativa di veleno».
Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 9 giugno
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