«Bloccata con una mano al collo»
La rabbia della donna rapinata

«Se avessi potuto in quel momento l’avrei ammazzato, non ho problemi a dirlo». Dopo una notte passata in ospedale e in caserma, la donna di 50 anni rapinata giovedì sera, a Caravaggio, nella sua abitazione in via Valle, si è sfogata, raccontando i terribili istanti.

«Se avessi potuto in quel momento l’avrei ammazzato, non ho problemi a dirlo». Dopo una notte passata in ospedale e nella caserma della stazione dei carabinieri di Caravaggio, la donna di 50 anni rapinata giovedì sera, a Caravaggio, nella sua abitazione in via Valle 45, si è sfogata, raccontando i terribili istanti in cui è rimasta ostaggio di una banda di tre rapinatori.

E lo ha fatto con parole piene di rabbia verso di loro e in particolare verso il malvivente che, stringendola violentemente al collo e a un polso, l’ha tenuta bloccata per diversi minuti prima sul divano e poi sul letto, mentre gli altri due frugavano dappertutto in cerca di soldi e gioielli.

L’incubo è iniziato intorno alle 20, quando la cinquantenne, preoccupata per alcuni rumori, è scesa al piano interrato della sua abitazione dove vivono anche i genitori anziani e la badante. Preso atto che non c’era alcun problema, è risalita al piano terra dove abita con il marito (che era assente, in trasferta di lavoro). Ed è a questo punto che si è trovata di fronte uno dei rapinatori, entrato dalla porta finestra della cucina di cui, con i suoi due complici, aveva alzato la tapparella, tenendola poi sollevata mettendoci sotto una sedia: «Pensavo che fosse da solo, così l’ho affrontato dicendogli: “Cosa fai qui, guarda che chiamo i carabinieri”». Proprio in quel momento però sono entrati gli altri due complici ed è allora che la cinquantenne ha iniziato a guardarsi intorno, in cerca di un oggetto adatto per scagliare contro la banda.

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