Cronaca / Bergamo Città
Sabato 02 Maggio 2015
Black-bloc, «devastazione e incendio»
Renzi: teppistelli figli di papà. 14 denunce
A ventiquattro ore dalla festa di inaugurazione dell’Expo alle felicitazioni del premier e alle immagini delle Frecce Tricolori si sono sostituite le frasi di condanna e i video con auto e cassonetti in fiamme.
La festa di «Milano 2015» è stata in parte rovinata dai disordini dei manifestanti violenti ma, come ha detto Renzi, «gli italiani sanno benissimo da che parte stare: hanno sciupato la festa? Hanno cercato di rovinarcela. Ma quattro teppistelli figli di papà non riusciranno a rovinare Expo. E Milano è molto più forte come spirito e determinazione di quello che questi signori pensano».
Insomma i No Expo hanno lasciato dietro di loro alcune vie e piazze squassate ma per il capoluogo lombardo è già il day after, e la città riparte. Un giorno delicato, sotto il profilo giudiziario, caratterizzato da un sottile gioco a guardie e ladri tra polizia e carabinieri da una parte, che passano al setaccio le immagini delle telecamere per cercare di identificare i manifestanti dei «blocchi neri», che venerdì 1° maggio hanno offuscato le belle immagini della mattina, e che ora scappano alla chetichella accusati di «devastazione».
«Molti violenti hanno già lasciato la città e tanti altri lo stanno facendo in queste ore», confermano gli investigatori. Dopo il fuggi fuggi di ieri pomeriggio, al termine del corteo - che si è svolto dalle 15 alle 20 partendo dalla Darsena e arrivando fino alla metro di Pagano - i contestatori dell’ala dura si sono ritrasformati tutti in bravi ragazzi o al massimo in innocui manifestanti.
Molti dei black-bloc, infatti, dapprima vestiti di nero, si erano cambiati d’abito direttamente durante i tafferugli (particolarmente gravi tra piazza Cadorna e piazza Buonarroti, ndr), per poi mischiarsi tra la folla degli altri manifestanti nelle concitate ultime fasi della manifestazione o subito dopo, quando gli irriducibili dell’ala dura si erano ritrovati in Amendola-Fiera prima di sciogliersi e prendere la metropolitana. I loro abiti, e un intero campionario di accessori per la guerriglia urbana, erano stati lasciati direttamente sul selciato, e nella notte erano stati rimossi, anche se tre molotov, ancora stamani, sono state scoperte in uno zaino in via Trivulzio, abbandonate.
Gli investigatori della Digos e del Nucleo Informativo, quindi, stanno adesso monitorando il flusso degli antagonisti e contemporaneamente visionando in fretta e in furia decine di filmati nella speranza di poter magari ancora acchiappare qualcuno dei protagonisti delle violenze, qui o altrove. «Quelli che se ne sono già andati sono per lo più stranieri venuti in auto o in treno ma anche gente arrivata da altre regioni d’Italia - spiega un poliziotto - molti speriamo di identificarli a andarli a prendere a casa loro».
Dopo i 5 arresti per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e la decina di indagati di ieri sera, sabato i carabinieri hanno denunciato altri 14 contestatori (di cui 10 con precedenti) che dovranno rispondere di porto di oggetti atti a offendere e detenzione di materiale esplodente, nonché di devastazione e saccheggio. Erano stati fermati, durante il deflusso post-corteo nelle stazioni della metropolitana.
L’inchiesta sulle violenze, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Piero Basilone, è stata aperta con l’ipotesi di reato di devastazione, a cui si potrebbe affiancare anche l’accusa di incendio. Nel frattempo, è stato scarcerato e va verso l’espulsione il tedesco di 27 anni arrestato martedì scorso nell’ambito delle perquisizioni della Digos come attività preventiva in vista dell’apertura dell’Expo. Per l’uomo, Daniel Frank, il gip di Milano Ilaria De Magistris ha convalidato l’arresto e ha emesso come misura cautelare il divieto di dimora, ma non il carcere.
È stato convalidato dal gip anche l’arresto di una italiana di 20 anni, accusata di resistenza e lesioni perché giovedì scorso, sempre nel corso di una perquisizione, ha colpito al volto un agente: nei suoi confronti è stato emesso un obbligo di firma. Il contenimento delle violenze dei black-bloc e dell’ala dura del movimento No Expo, venerdì a Milano, è stato merito delle forze dell’ordine ed è certamente motivo di orgoglio per i vertici della Questura, la cui strategia, in sostanza, è stata efficace, come sottolinea una nota di via Fatebenefratelli: «Nessuno dei manifestanti e nessun cittadino estraneo alla manifestazione è rimasto ferito o è stato ricoverato. Gli stessi 11 contusi lievi tra le forze dell’ordine sono stati medicati sul posto per le contusioni subite».
E la città ha già ricominciato a pensare ai prossimi sei mesi. Con un interrogativo. Che cosa c’entrino un negozio di ottica, uno di frutta e verdura con gli odiati simboli del capitalismo e dello sfruttamento se lo chiedono in molti al risveglio di Milano, dopo un pomeriggio di demenziale violenza ad opera dei black bloc che hanno devastato le vie del quartiere intorno a piazzale Cadorna. E la conclusione dei negozianti e dei milanesi è una sola: «Questo è parto di un cervello malato, di gente che ha solo in mente di spaccare tutto».
Il Comune ha contattato cittadini e commercianti per raccogliere tutti gli elementi e quantificare i danni: entro la prossima settimana verrà definito il contributo di solidarietà da erogare. La Regione Lombardia metterà a disposizione un milione e mezzo, «perché i cittadini - ha spiegato il presidente Roberto Maroni - non possono subire le conseguenze delle azioni di questi delinquenti».
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