Bettoni scrive agli emigranti «Venite alle Festa, vi aspetto» 

Il presidente della Provincia, Valerio Bettoni, prende carta e penna e scrive agli emigrati e emigranti bergamaschi. L’intento è quello di invitarli tutti alla prossima Festa della Provincia che si svolgerà il 21 e 22 maggio 2005. Ecco di seguito il testo integrale. Carissimi amici Bergamaschi emigrati ed emigranti,

il 21 e 22 maggio 2005 la Provincia di Bergamo terrà la sua «Festa» e aprirà le sue porte perché la gente conosca sempre di più la sua casa. In questa cornice vuole riservare un posto e un tempo speciali per incontrare voi, donne e uomini che avete onorato la nostra terra d’origine all’estero. Siete migliaia, in tutti i continenti, e vi siete distinti con le vostre doti di intelligenza e con le molte qualità di cui è ricco il nostro carattere. Mi si allarga ogni volta il cuore, quando penso a tutti i nostri bergamaschi, tutti ugualmente benemeriti, dal primo all’ultimo, dal più anziano al più giovane, che si sono dovuti staccare dai loro paesi per cercar fortuna all’estero. È un costo grande di sacrifici, di rinunce, di impegno lavorativo accentuato per affermarsi in realtà dove la stima e la fiducia occorre conquistarsele, palmo dopo palmo, partendo talora da situazioni disagevoli. Non si contano gli emigranti bergamaschi che si sono realizzati e hanno costruito la loro fortuna nei continenti, nel paesi che li hanno accolti. Nessuno riuscirà mai ad avere un elenco completo di voi, umili, preziosi e generosissimi portatori del nome della nostra Bergamo e delle nostre valli e pianura fino ai confini del mondo. Uomini, famiglie, spesso giovani, partiti con valigie di cartone. Scarpe grosse e cervello fine, come diciamo tra noi. A prezzi umani che nessuno conoscerà mai, molti di voi vi siete conquistati una posizione di prestigio nei campi in cui avete deciso di spendervi, dall’imprenditorialità ai campi del sapere, nelle università e fuori, dovunque. La genialità bergamasca ha espresso nomi che sono ai vertici in molti settori: economia, finanza, università, cultura, religione. Ogni partenza è uno strappo affettivo incommensurabile: quante storie intime che nessuno potrà mai esplorare! Ne so qualcosa, perché sono figlio di emigranti e ho vissuto in casa mia il peso e le sofferenze del distacco. Sono esperienze di lontananza e di privazioni che resteranno in larga parte nascoste nelle pieghe di esistenze spese nella fatica, perché tutto è stato pagato ed a caro prezzo, e nei ricordi, nella memoria di volti, di affetti, di legami interrotti. Il prezzo umano resterà per sempre indefinibile: tanto in un paese vicino quanto in uno lontano. Ed è ammirevole vedere come il filo che unisce tutti i figli di Bergamo alla loro terra rimanga stretto, senza mai allentamenti: tutti gli emigranti amano tornare ai luoghi delle loro radici. Oggi i ritorni sono facilitati dai collegamenti. Ma è bello, anzi doveroso che ci siano un giorno ed un posto speciali per tutti gli emigranti: un giorno per sentirsi ancora di più a casa, nella casa che è di tutti e in particolare di voi, cari emigranti, pazienti costruttori di nuove frontiere, del nuovo mondo. Grazie a voi, grazie ai nostri emigranti il mondo si è globalizzato con largo anticipo: hanno dovuto sfidare di tutto e di più, dalla lingua a culture, modelli di vita, usanze, tradizioni diverse. L’integrazione non è mai facile per nessuno: proviamo a pensare che cosa può rappresentare per gente come quella bergamasca, con una personalità e un carattere così spiccati, l’inserimento in una comunità diversa, mantenendo la propria identità...Per questo e per molte altre ragioni, c’è bisogno di manifestare sentimenti di apprezzamento, di gratitudine e di riconoscenza verso ciascun bergamasco emigrato ed emigrante. Premiandone alcuni di voi, vogliamo simbolicamente onorare tutti coloro che hanno esistenze legate all’emigrazione. Vogliamo dir grazie a tutti ed a ciascuno per la luce di positività che ci è stata riverberata sulla provincia dai meriti di ogni uomo, pionieri di un futuro che è già qui, interpretato da voi: gli emigranti, ai quali dedichiamo un abbraccio di festa, di gioia e di augurio: che tutte le loro speranze possano diventare realtà.

Valerio Bettoni, Presidente della Provincia di Bergamo

(07/11/2004)

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