Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 26 Marzo 2007
Bergamondo: abbiamo tutti lo stesso cuore
Presentato al Centro congressi l’inserto de L’Eco per gli immigrati. Il nostro direttore: sono i nuovi bergamaschi Il prefetto: un’occasione di dialogo. Bettoni: uno strumento per capire. Bruni: così si superano i pregiudizi
«Abbiamo tutti lo stesso cuore e da qui dobbiamo partire»: è proprio un’immigrata, Emilia Stoica, membro della Lega dei Rumeni d’Italia, a sintetizzare gli obiettivi, lo spirito, le speranze e le attese racchiuse nel nuovo inserto de L’Eco di Bergamo «Bergamondo», in edicola dal 27 marzo, ogni martedì con il giornale, e presentato ieri al Centro congressi Giovanni XXIII.
«Bergamondo» vuole raccogliere la sfida di far incontrare due mondi in una realtà, come quella bergamasca, ormai sempre più multietnica; vuole essere un luogo di dialogo e di confronto, un’occasione di conoscenza reciproca e d’integrazione, uno strumento di crescita comune che intende coinvolgere immigrati e bergamaschi.
E allora «Bergamondo» vuole dare un contributo per superare diffidenze e resistenze reciproche. La nuova iniziativa editorale della Sesaab, la società che edita L’Eco di Bergamo, è stata presentata ieri in una sala affollata da immigrati, bergamaschi e autorità a testimonianza di un bisogno di dialogo ormai sempre più forte.
Il nuovo inserto, ha spiegato Ettore Ongis, direttore de L’Eco di Bergamo, «nasce dalle richieste emerse da alcuni incontri avuti con gli immigrati presenti nella nostra realtà. Vuole essere un "benvenuto" che il giornale e la Società editrice rivolgono agli immigrati che sono venuti a far parte della nostra comunità, a coloro che ci piace considerare come i "nuovi bergamaschi"».
«Dobbiamo imparare a spiegare queste nuove realtà – ha proseguito Ongis – e a far parlare gli immigrati. C’è bisogno di costruire luoghi di confronto, di superare pregiudizi e resistenze e di raccontare la vita degli immigrati: da parte loro c’è grande attesa. L’inserto si propone di essere uno strumento per conoscerci: il rispetto reciproco si fonda sulla conoscenza e sulla stima reciproche. Crediamo molto in questa iniziativa».
Massimo Cincera, amministratore delegato della Sesaab, ha sottolineato come «Bergamondo è una sfida lanciata con grande coraggio: la nostra ambizione è quella di portare i centomila immigrati a conoscere i bergamaschi attraverso le pagine del nostro quotidiano e, nello stesso tempo, di accompagnare i bergamaschi a conoscere il ricco e variegato mondo degli immigrati. Vogliamo investire, come scelta culturale e di civiltà, in questo prodotto editoriale per facilitare l’incontro di questi due mondi. La Bergamo di domani sarà multietnica: è compito del giornale dare conto di un quadro che cambia e rendere possibile il dialogo». Cincera, dopo aver ricordato la costante attenzione del nostro quotidiano verso gli emigranti bergamaschi, ha osservato che «ora Bergamo è diventata terra d’immigrazione: noi vogliamo tentare di offrire uno strumento di conoscenza e di servizio agli immigrati a Bergamo. Per vincere la sfida di Bergamondo dovremo tenere sempre vivo in noi l’esempio di quanti, in anni ormai lontani, hanno saputo accogliere e vincere questa sfida con lungimiranza e passione».
Il prefetto Cono Federico ha sottolineato il valore di «una finestra aperta con quanti vogliono comunicare. L’inserto è occasione di dialogo forte. È uno strumento che deve servire per "bergamaschizzare" i cittadini che vivono su questo territorio. Come noi siamo disponibili ad accoglierli, così loro devono essere disponibili a farsi accogliere: si tratta di mettere in contatto e in dialogo due mondi».
«Bergamo è città multiculturale – ha aggiunto il sindaco Roberto Bruni – e l’immigrazione non è più un fenomeno legato all’emergenza, ma strutturale: Bergamondo è uno strumento che serve ai bergamaschi per conoscere la realtà degli immigrati e per superare pregiudizi e resistenze. L’immigrazione è un fenomeno da accettare, perché arricchisce culturalmente e contribuisce a trovare un’identità più ricca».
Valerio Bettoni, presidente della Provincia, ha sottolineato che l’inserto «si apre agli immigrati ed è uno strumento per i bergamaschi per conoscere meglio la nostra società. Le persone si chiudono quando hanno paura: occorre creare le condizioni, perché la gente comprenda che questa è una società multietnica che deve crescere insieme e in modo sereno. I bergamaschi sono persone aperte e disponibili».
Il consigliere regionale di Forza Italia Marcello Raimondi ha osservato che si tratta soprattutto di «un’iniziativa per noi, perché contribuisce a ridefinire la nostra identità. È una speranza per il futuro».
Per capire l’immigrazione, ha rimarcato Gigi Petteni, segretario provinciale della Cisl, «dobbiamo comprendere di essere inadeguati di fronte a questo problema e sentire l’inquietudine rispetto a questi temi. Dobbiamo lasciarci interrogare: miglioreremo noi stessi e la società se ci lasceremo guardare e interrogare dagli immigrati».
Forse proprio perché, come ha concluso il direttore Ongis richiamando la testimonianza dell’immigrata rumena, «abbiamo tutti lo stesso cuore: e la sfida di Bergamondo parte da qui».
(26/03/2007)
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