Bergamo si prepara alla Pasqua
Via Crucis sulle «vie del lavoro»

La Via Crucis percorre le vie dell'uomo, quelle della vita quotidiana. Il lungo corteo, circa 500 persone, che ieri, partendo dalla basilica di Sant'Alessandro in Colonna guidate da monsignor Gianni Carzaniga, ha percorso le vie del centro, ha fatto sosta nei luoghi del lavoro.

La Via Crucis percorre le vie dell'uomo, quelle della vita quotidiana. Il lungo corteo, circa 500 persone, che ieri, partendo dalla basilica di Sant'Alessandro in Colonna guidate da monsignor Gianni Carzaniga, ha percorso le vie del centro, ha fatto sosta in luoghi inusuali per il cammino del Venerdì Santo, ma che raccontano più di ogni altro luogo le strade dell'uomo di oggi. Sono i luoghi del lavoro, dell'economia e del governo della città.

È qui che si gioca buona parte della partita. È qui che il Cristo morto, diventa il volto dell'amore disinteressato, la sorgente di una speranza anche là dove nascono le preoccupazioni. La statua lignea è stata portata lungo il percorso dagli Hernandad del Senor de los Milagros, un gruppo di peruviani della Missione di Santa Rosa da Lima.

La prima sosta del corteo davanti alla sede della Cgil in via Garibaldi. Ad attendere i fedeli Luigi Bresciani, segretario provinciale, insieme a rappresentanti della segreteria, dei sindacati di categoria e dei servizi della Cgil provinciale. Davanti al palazzo molti lavoratori, famiglie e pensionati. «Conosciamo e stiamo vivendo il momento difficile che segna il mondo del lavoro – ha detto uno di loro –. Conosciamo la vostra azione, la vostra passione nel proporre un lavoro dignitoso e nel difendere per tutti il diritto a un posto di lavoro. Cristo bussa al cuore di noi tutti questa sera, per ricordarci la dignità dell'essere uomini amati da lui». Bresciani ha parlato alle tante persone presenti, evidenziando il momento buio che molti vivono. «Perdere il lavoro significa perdere la libertà, il proprio posto nel mondo. L'economia ha bisogno di un'etica che prima di tutto sia un'etica amica delle persone. Il Paese non ha bisogno solo di rigore, ma anche di giustizia». Un accenno quindi ai grandi temi del lavoro in discussione nel nostro Paese. «Il lavoro è un valore e quindi non può essere una merce usa e getta: per questo è sbagliata l'idea della libertà totale di licenziare». Bresciani ha quindi espresso il ringraziamento per la vicinanza della Chiesa locale. «Insieme possiamo continuare a fare tante cose buone per tutelare e sostenere i tanti lavoratori e pensionati in difficoltà».

Il cammino è proseguito fino al chiostro di Santa Marta, sede della Banca Popolare di Bergamo. Un chiostro incantevole, eccezionalmente aperto per questa occasione. Ed è proprio il significato del chiostro, luogo di incontro e dialogo che ha tratteggiato la riflessione. «Il chiostro consente di camminare, di incontrarsi, di parlarsi e contemporaneamente apre al cielo». Ieri sera in quel chiostro si è aperto un dialogo ideale con chi lavora nel mondo della finanza, con chi sposta denaro e tesori. «In questo luogo sostiamo con il Cristo morto, il tesoro più vero e impagabile che l'uomo conosca». Ad accogliere il corteo Giorgio Frigeri, consigliere di gestione di Ubi. «Qui si lavora e qui il lavoro transita – ha detto –. Ci siano sempre uomini che lavorano con onestà, intelligenza, senso del dovere e spirito cristiano, qui e in altri luoghi di lavoro».

Pochi metri e il corteo ha raggiunto Palazzo Frizzoni. Sul portone l'assessore Leonio Callioni, assessore ai Servizi sociali. «Stasera non abbiamo richieste o problemi da porre – ha detto un fedele – ma un annuncio da recare, un dono da porgere. Vi sappiamo appassionati alla città degli uomini, alla vicenda dell'uomo che lavora, della famiglia. Possa l'amore di Cristo diventare sorgente che dà significato al vostro lavoro di governo della città». «La ricchezza della nostra città – ha detto Callioni – sia quella delle relazioni umane. Una città attenta alle fragilità, agli anziani, alle famiglie con bambini. Qui avete portato la testimonianza di una speranza, di cui mai come ora abbiamo particolarmente bisogno».

La Via Crucis ha proseguito quindi fino al cortile delle Suore di Maria Bambina, per poi fermarsi all'oratorio dell'Immacolata dove gli adolescenti hanno offerto una breve rappresentazione davanti al Cristo morto. Le donne hanno deposto mazzetti di fiori freschi e i bambini hanno bruciato i foglietti con le loro preghiere in un grande braciere. La benedizione finale con la reliquia del legno della Santa Croce ha dato conclusione alla Via Crucis.

E ieri sera anche la parrocchia delle Grazie ha celebrato il Venerdì Santo con una processione lungo le strade del centro. Monsignor Valentino Ottolini, insieme ai sacerdoti della sua parrocchia e ai fedeli, ha accompagnato la statua di Cristo nei luoghi simbolo, tra i quali il nostro giornale e la stazione. Entrambi luoghi di passaggio quotidiano di persone e di storie, spesso drammatiche che hanno bisogno di ascolto.

Monica Gherardi

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