Più dell’ 80% dei benzinai bergamaschi, secondo i dati forniti dall’Ascom, ha aderito allo sciopero indetto dalle tre categorie Faib-Aisa, Fegica-Cisl e Figisc-Anisa contro i provvedimenti di liberalizzazione del settore. A Bergamo su 290 benzinai (48 in città) circa 230 terranno chiusi i loro impianti fino alle 7 del mattino di venerdì 9 febbraio sulla viabilità stradale e fino alle 22 di giovedì 8 sulla viabilità autostradale.
«Se questo sciopero non dovesse bastare al governo saremo costretti ad aderire ad altre forme di protesta» , ha detto Gianni Quattri, presidente dei benzinai aderenti a Figisc-Ascom. «Il provvedimento messo a punto dal ministro dello Sviluppo, Pierluigi Bersani - spiega Quattri - tende ad amplificare le condizioni di favore su cui già ora può contare la grande distribuzione organizzata. Dove ha aperto i suoi punti vendita la Gdo rivende la benzina che acquista dalle compagnie petrolifere con oltre 150 euro ogni mille litri di sconto rispetto al prezzo raccomandato; ai gestori ne sono riservati solo 35».
«Certo, non ci divertiamo a creare disagi, ma non possiamo accettare che le decisioni del Governo finiscano per penalizzare noi e i cittadini che in futuro potrebbero essere costretti a percorrere molti chilometri per potersi rifornire di carburante, proprio come accade in Francia».
La protesta dei benzinai potrebbe andare di pari passo con quella annunciata dagli autotrasportatori. Nei prossimi giorni, a livello nazionale, i rappresentanti dei benzinai dovrebbero incontrarsi con le associazioni dell’autotrasporto per valutare l’opportunità di iniziative comuni.
(07/02/2007)
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