Sciopero confermato per il 7 e l’8 febbraio: il Consiglio straordinario della Figisc (Federazione italiana gestori d’impianti stradali per carburante) di Bergamo ha fatto propria, ieri, la linea dura proclamata a livello nazionale contro il disegno di legge proposto dal ministro Pierluigi Bersani per la liberalizzazione in materia di distribuzione e vendita di carburante.
Il governo non vuole più limiti all’apertura e alla gestione delle stazioni di servizio, né in termini di orari né di bacino d’utenza, e intende favorire definitivamente anche la vendita di carburante tramite impianti controllati direttamente dalla grande distribuzione organizzata degli ipermercati e dei centri commerciali. «Si sta mascherando da liberalizzazione un’operazione che di fatto smantellerà la rete locale, di piccolo e medio taglio, delle stazioni di servizio – ha ribadito ieri il vicepresidente della Figisc Bergamo Giuseppe Milazzo –. Il rischio è davvero di azzerare le nostre realtà, perché i centri commerciali potranno acquistare i carburanti dalle compagnie petrolifere a prezzi certamente convenienti, direi quasi da ingrosso rispetto a quelli che vengono applicati a noi». Per rendere meglio l’idea delle preoccupazioni dei benzinai, Milazzo ha anche sfoderato una recente fattura pagata alla compagnia petrolifera che fornisce i carburanti alla sua stazione di servizio. «Si tratta di 19 mila e 449 euro per fornitura di carburante – ha spiegato –: i cittadini devono sapere che su questa cifra ho pagato 8 mila e 300 euro di sole accise, cioè di tasse statali sul prodotto petrolifero, che corrispondono a circa il 52 per cento dell’imponibile, ai quali bisogna aggiungere il 20 per cento di Iva. Complessivamente, lo Stato trattiene il 72 per cento del nostro prodotto, un altro 26 per cento è il guadagno della compagnia fornitrice, e un due per cento circa è quanto intasca un comune benzinaio. Ci chiediamo se questa sia una categoria da colpire con le presunte liberalizzazioni».
Tradotto su un litro di gasolio, che attualmente costa attorno a 1,085 euro, il guadagno del gestore è – secondo il vicepresidente Figisc – di 0,031 euro, equivalenti alle vecchie 61 lire. «Vogliamo liberalizzare fino in fondo? – si chiede la Figisc – Allora facciamo in modo che le accise vengano diminuite per tutti. E soprattutto che qualsiasi benzinaio venga trattato allo stesso modo di un punto vendita gestito direttamente da un centro commerciale. Altrimenti si crea una disparità che va solo a nostro svantaggio. Senza una riduzione delle accise e di fronte all’attuale posizione del governo, l’unico strumento che ci resta a disposizione è lo sciopero».
I gestori delle stazioni di servizio incroceranno le braccia dalla mezzanotte del 7 alla mezzanotte dell’8 febbraio. Ma a livello nazionale erano stati messi in conto altri 13 giorni di sciopero: «Che abbiamo confermato pienamente, visto che attualmente il governo non accenna a nessuna volontà di dialogo – ha concluso Milazzo –. Ci fermeremo anche tra il 25 febbraio e il 3 marzo ed eventualmente tra il 25 marzo e il 3 aprile. Questa è una battaglia sulla quale non arretriamo».(30/01/2007)
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