Benvenuti a Bergamo...
tra cartelli, svincoli ed erbacce

Certo, tutta questa pioggia non aiuta, considerando che rinvigorisce la vegetazione. Però un minimo di cura non guasterebbe. Siamo all’ingresso in città venendo dall’autostrada, dall’aeroporto e da altro ancora e il benvenuto per chi arriva è imbarazzante.

Certo, tutta questa pioggia non aiuta, considerando che rinvigorisce la vegetazione. Però un minimo di cura non guasterebbe. Siamo all’ingresso in città venendo dall’autostrada, dall’aeroporto e da altro ancora e il benvenuto per chi arriva è imbarazzante: erbacce tropicali, cespugli incolti dai quali non farebbe notizia lo spuntare di una criniera, sporcizia e abbandono ai lati.

Facciamo finta di non essere mai entrati in Bergamo dall’autostrada: appena passato il casello ci si para di fronte uno spettacolo allucinante, fatto di innesti e svincoli del tutto incomprensibili, un autentico «gioiello», impreziosito dalla doppia indicazione per il centro che costringe spesso l’ignaro viandante a una sosta pericolosissima, a cavallo delle uscite, in cerca di una soluzione. Chi invece è pratico del percorso, o sorretto da navigatore satellitare, ha tutto il tempo per accorgersi della giungla (oltre a quella d’asfalto) che prolifera allegramente tutt’intorno. A guardare le foto d’epoca della zona, c’è di che intristirsi non poco. La Torre dei Venti, le cui insegne sono spente da troppo tempo (e che sono un’indicazione preziosa per un viaggiatore, che identificherebbe subito la presenza di una città importante, quindi da visitare) sorgeva su un’area verde bellissima, molto curata e con tanto di laghetto. Tutto finito nel cassetto dei ricordi. Da tempo però, accanto alla Torre, desolatamente buia, di Alziro Bergonzo, c’è un’altra torre, metallica e orribile, che violenta la vista su Città Alta.

Il megarondò della spaghettata, quello dove si rischia la vita a ogni passaggio, è comunque soffocato da erbacce e cespugli: ogni tanto si liberano le frecce stradali dalle fronde, ma non si va molto più in là. A proposito di fronde: i cartelli che segnalano «Bergamo» in prossimità del semaforo che incrocia via Carnovali sono completamente inghiottiti dalla flora rigogliosa. L’assessore Amorino, ai tempi del suo incarico, appena letta una nostra segnalazione sul medesimo problema , si presentò con un paio di cesoie da giardiniere e risolse la questione in tempo reale. Lo sappiamo vicino a questa amministrazione ed è una notizia che ci riempie di speranza. In compenso, la costruzione del rondò all’altezza della Coop ci aveva fatto fantasticare: si contava infatti su una ampia riqualificazione che, purtroppo, non ha invece previsto un abbellimento del verde. Tutti interventi, si badi bene, che in presenza di uno sponsor non andrebbero a gravare granché sulle casse comunali. Basterebbe prendere ad esempio quanto realizzato a Villongo, sia nel grande rondò sul provinciale che in quello d’ingresso in paese: interventi ben riusciti e curati. Basterebbe davvero poco e speriamo che, per realizzare questi interventi, non ci tocchi aspettare la vigilia dell’Expo. Abbellire l’ingresso a Bergamo è uno straordinario messaggio per il turista. Certamente. Ma anche per chi rientra a casa.

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