Bellini, cosa farai da grande?
Tre prospettive in vista

È, senza ombra di dubbio, una delle pochissime «bandiere» rimaste nel calcio nazionale. Da record, o giu di lì, le 29 stagioni sportive con la maglia nerazzurra (dal settore giovanile in avanti) trascorse da Giampaolo Bellini, trentacinquenne (li compie il 27 marzo) bergamasco doc, di Sarnico.

Ma siamo così sicuri che il «Bello» lo rivedremo con la fascia di capitano pure nel prossimo campionato? Nessun allarmismo in materia anche se porsi delle domande non ci sembra fuori luogo. Premessa indispensabile è la netta convinzione che il nostro difensore non intenda assolutamente, in partenza, concludere la più che onorata carriera alla conclusione del corrente torneo.

D’accordo, qualche acciacco muscolare di troppo ma, guarda caso questo finale di sfide sta ampiamente dimostrando che temperamento, senso della posizione in campo ed esperienza non gli difettano. Senza contare il palpabile e carismatico contributo a livello di spogliatoio. Chiedetelo a Stefano Colantuono e ai colleghi che l’hanno, di volta in volta, preceduto. Si deduce che alla proposta del rinnovo del contratto, Bellini dovrebbe accettare al volo. Ma c’è un ma. Poniamo che da Zingonia giunga, invece, un incarico in società, sia esso tecnico (inteso tra i più variegati o se preferite a vasto raggio) o dietro ad una scrivania. In tal caso Bellini potrebbe soffermarsi nel valutare in modo approfondito le offerte. In altre parole dipenderà dalle caratteristiche e dallo spessore delle funzioni prospettategli. Ci sarebbe, comunque, una terza ipotesi.

Ad un fermo no, da parte dell’Atalanta, al prolungamento dell’attività agonistica e di fronte ad un rifiuto dello stesso giocatore a ricoprire un ruolo dirigenziale, quali altri orizzonti si spalancherebbero improvvisamente? Quello, secondo noi, di trovare un’altra squadra per rimandare a chissà quando il giorno di deporre definitivamente le scarpe bullonate al classico chiodo. Una soluzione, quest’ultima, che nessuno e rimarchiamo nessun tifoso auspicherebbe. Alzi, del resto, la mano chi non è d’accordo…

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