Cronaca
Lunedì 30 Gennaio 2017
Beccato il mago delle truffe on line
Non potrà usare social o mail
È successo a Torino. Il ragazzo dovrà avvisare la polizia ogni volta che si metterà al computer.
«Dopo aver fatto truffe a raffica on line, per i prossimi due anni non potrà utilizzare un account di posta elettronica o di social network senza informare la polizia.Ogni volta che si metterà al computer per navigare in rete, dovrà avvisare i suoi ”sorveglianti”. Disoccupato, nullatenente e truffatore seriale. Da anni. È questo l’identikit di Davide. È lui il nuovo sorvegliato speciale della Questura di Torino, condannato ad una sorta di «obbligo di dimora virtuale», con un provvedimento innovativo emesso dalla sezione per le misure di prevenzione del Tribunale». Lo racconta la polizia nel suo profilo Facebook «Una vita da social».
«Le truffe preferite erano gli annunci pubblicati sui siti Ebay e Subito.it, con una passione particolare per le automobili e i quad. Contattava i venditori, esclusivamente privati, li raggiungeva senza problemi anche fuori città. Firmava puntualmente un assegno, che risultava poi scoperto, e infine spariva nel nulla. Quando i truffati se ne accorgevano, era sempre troppo tardi. Perché lui, un ragazzone torinese di 31anni, utilizzava sempre false generalità. E, anche quando veniva scoperto, aveva già rivenduto i beni ad altri acquirenti, intascandone i profitti».
«Con questa decisione il Tribunale, sulla base dell’informativa della Polizia, ha cercato di dare una risposta adeguata ai tempi alla diffusione virale delle truffe online. Le misure di prevenzione, infatti, impongono ai criminali divieti «tradizionali»: non allontanarsi dall’abitazione senza preavviso, divieto di dimora, il divieto di «associarsi abitualmente alle persone che hanno subito condanne». Prescrizioni che non tengono conto delle nuove frontiere del crimine che, grazie al web, sono pressoché illimitate. Così, Davide, oltre a non poter uscire di casa tra le 21 e le 6, per i prossimi due anni dovrà tenere al corrente gli agenti della polizia postale di tutti i suoi spostamenti in rete».
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