Battaglia legale per Montichiari
Si va alla Corte di giustizia europea

La battaglia legale nei cieli di Montichiari «atterra» in Europa. Il Consiglio di Stato ha rimandato la decisione sul ricorso presentato dalla Catullo spa, la società che gestisce l’aeroporto di Verona e ha in concessione lo scalo bresciano, alla Corte di giustizia europea.

La società scaligera si era rivolta al Consiglio di Stato per opporsi alla sentenza con cui il Tar di Brescia aveva di fatto annullato la concessione quarantennale di Montichiari, in capo dal febbraio 2013 agli scaligeri. Ad appellarsi alla decisione firmata dal ministero dei Trasporti era stata la Sacbo, la società che gestisce Orio, interessata ad allargare i propri orizzonti ad Est prima della rottura delle trattative lungo l’asse Bergamo-Verona-Venezia.

A marzo l’accordo raggiunto da Sacbo con Dhl per la permanenza all’aeroporto di Bergamo fino al 2018 aveva infatti mandato su tutte le furie i veneti (sia la veneziana Save che detiene il 35 per cento della Catullo sia gli stessi scaligeri) che avevano rotto le trattative per Montichiari, annunciando di voler andare avanti con la battaglia legale. Ieri il pronunciamento del Consiglio di Stato atteso con trepidazione a Orio così come in Veneto: se i giudici avessero dato torto a Sacbo la concessione sarebbe rimasta a Verona; se invece avessero dato ragione ai bergamaschi la Catullo si sarebbe trovata senza più la concessione, che non sarebbe però stata affidata alla società che gestisce Orio ma messa in gara europea, con tutti i rischi del caso. E con la necessità di trovare un partner per la gara. Ora la palla passa alla Corte di giustizia europea chiamata ad esprimersi sulla concessione. E se in Italia la legge a riguardo non chiarisce i termini della questione, la normativa europea prevede invece che si vada in gara.

Si allungheranno quindi inevitabilmente anche i tempi, c’è chi dice non meno di un anno. Un’incognita che pesa soprattutto per i veneti:difficile progettare lo sviluppo di Montichiari ancora senza certezze sul suo futuro. Verona, Venezia e Brescia hanno firmato una lettera d’intenti per gestire insieme lo scalo bresciano. Il termine ultimo per l’intesa è il 30 settembre. Dietro l’angolo.

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