«Basta targhe alterne. Non servono»

La Regione non le riproporrà nelle aree critiche come Bergamo: riducono le polveri solo del 3% Contro l’inquinamento dell’aria si cambia strategia: ecoincentivi e lotta ai mezzi non catalizzati

Targhe alterne? Addio. L’assessore all’Ambiente Franco Nicoli Cristiani ha annunciato lunedì che, a partire dall’anno prossimo, le targhe alterne non verranno più riproposte nelle zone critiche di Bergamo, Brescia e Milano-Como-Sempione. I benefici - ha spiegato - «non giustificano la riproposta delle targhe alterne. Con le targhe alterne le polveri sottili diminuiscono di poco: circa il tre per cento a fronte di una diminuzione del 20 per cento del traffico».

Al posto delle targhe alterne Nicoli Cristiani annuncia la lotta agli automezzi non catalizzati. La notizia, in realtà, non è una novità ma uno dei punti del programma presentato dal centrodestra per le prossime elezioni regionali. Che ha già suscitato la vivace reazione del Codacons: «È un comportamento da incoscienti irresponsabili. Che le polveri siano diminuite solo del 3 per cento dimostra la totale incompetenza di chi ci amministra», dichiara il presidente Marco Maria Donzelli. Tra i punti qualificanti è indicata «la riduzione dell’utilizzo dei combustibili più inquinanti (come il gasolio per riscaldamento), l’individuazione di forme di incentivazione per l’utilizzo di energia pulita e l’individuazione di premi per il risparmio nei consumi». Altro obiettivo della Casa delle Libertà è «la diffusione di combustibili (gasoli e benzine) con caratteristiche meno inquinanti e relative facilitazione per gli utilizzatori».

Sul tema dei trasporti e della mobilità sono previste la progressiva limitazione della circolazione per i veicoli più inquinanti assieme al completamento del rinnovo delle flotte di trasporto pubblico locale. L’impegno è quello di dare vita a «un piano straordinario di rinnovo del parco veicolare privato, sia leggero che pesante, favorendo la diffusione di veicoli a basso impatto ambientale, la metanizzazione dei veicoli a benzina, la realizzazione di distributori di metano per autotrazione, e la progressiva introduzione di filtri antiparticolato per i diesel a partire dai mezzi pesanti».

«Quello dell’inquinamento – spiega il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni – è un problema al quale stiamo lavorando con provvedimenti strutturali che vanno oltre le targhe alterne. Recentemente ho chiesto 500 milioni di euro al Governo come stanziamento straordinario. Alle case automobilistiche ho chiesto di promuovere un piano di sconti molto forte». La Regione - continua - «è pronta a fare la sua parte con una serie di ecoincentivi. Ai cittadini chiediamo di utilizzare tutte queste risorse e, mettendoci del proprio, di rottamare, non appena possibile, le vecchie auto e le vecchie moto. All’Unione Europea ho anche chiesto di guardare quali sono state le Regioni che hanno creduto in queste prospettive e hanno lavorato. Noi abbiamo preso sul serio la direttiva europea da subito, e per alcuni anni siamo stati gli unici ad averlo fatto».

Il Pirellone - continua Nicoli Cristiani - promette «contributi sempre più sostanziosi per il passaggio al metano, al gpl o a mezzi ibridi». E, soprattutto, pugno di ferro contro i mezzi privi di marmitta catalizzata. Tra gli obiettivi non potrà mancare quello della comunicazione, così come per altro già fatto dal Pirellone nel corso degli incentivi già attivati. A indicarlo è l’esperienza dell’Amministrazione comunale di Milano che, poche ore fa, ha chiamato all’appello i milanesi affinché usufruiscano dei contributi messi a disposizione per chi decide di convertire la propria auto a gpl o metano. «L’iniziativa è partita alcuni mesi fa – dice l’assessore al Traffico Giorgio Goggi – e nonostante sia stato pubblicizzato a dovere ci sono ancora 340 mila euro a disposizione che aspettano di essere sfruttati». A oggi, infatti, solo poco più di 1.500 milanesi hanno approfittato dell’offerta.

(17/03/2005)

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