«Basta stragi nel Mediterraneo»
Manifestazione e flash mob in via Tasso

I sindacati e tante associazioni sono scesi in piazza per dire basta alle stragi nel Mediterraneo. Venerdì pomeriggio in un centinaio si sono ritrovati davanti alla Prefettura di via Tasso a Bergamo, dove è stato anche improvvisato un flash mob.

«In una settimana più di mille morti in due stragi annunciate - si legge nel volantino che è stato distribuito e che i tre segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno poi consegnato al prefetto -. Stragi per le quali esistono responsabilità precise: le scelte politiche e le leggi dei governi dell’Ue, che consegnano le persone in cerca dì protezione nelle mani dei mercanti di morte».

Aumentando controlli e mezzi per pattugliare le frontiere, sottolineano gli organizzatori - «non si fermeranno le stragi come dimostra l’ultima tragedia, in cui i morti potrebbero addirittura essere 900, avvenuta a poche ore da quella che ha portato a morire altre 400 persone. Chi scappa per salvare la propria vita e quella dei suoi cari non si ferma davanti al rischio di morire in mare. Non c’è più tempo da perdere».

Per questo è stato chiesto che si «aprano subito vie d’accesso legali, canali umanitari, unico modo per evitare i viaggi della morte. Il governo italiano, in attesa che sia la Ue a farsene carico, riattivi subito un programma di ricerca e salvataggio in tutta l’area del Mediterraneo e si faccia promotore, insieme agli altri Paesi dell’Unione Europea. di un’iniziativa per istituire nel Nord Africa centri di assistenza per richiedenti di proiezione internazionale, gestiti dall’Onu al fine di identificare i profughi e gestire la procedura per l’accesso alla protezione internazionale».

Inoltre è stato chiesto che «si cambi il regolamento di Dublino III e si consenta alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese dove andare sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l’accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi. Questo consentirebbe di allentare la pressione che ora si concentra esclusivamente sui paesi costieri di primo approdo, come l’Italia».

L’esperienza di gestione dell’accoglienza realizzata a Bergamo è positiva. Sindacati e associazioni hanno chiesto alla Prefettura che si rafforzi ulteriormente il legame e la collaborazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA