In arrivo un’innovativa terapia non farmacologica ai «nuclei Alzheimer» della Casa di riposo di via Gleno. Per aiutare i malati verranno infatti utilizzate alcune speciali bambole terapeutiche svedesi: accudendo un bimbo finto, infatti, pare si registri un calo di alcuni disturbi comportamentali. E contro l’Alzheimer verrà usata anche la terapia della musica. Si parte dal prossimo gennaio, con un progetto biennale destinato a sfociare nella creazione di un analogo servizio direttamente a domicilio in ausilio alle famiglie. Dal punto di vista operativo, il Gleno seguirà sostanzialmente due terapie non farmacologiche, quella musicoterapica e quella legata all’uso di una speciale bambola terapeutica svedese, cui, nel nuovo Gleno, si assocerà anche la pressoterapia in speciali sacchi a pelo «massaggianti» agganciati alla parete. La musicoterapia sarà di tre tipi: clinica, ambientale e recettiva. Nel primo tipo i pazienti saranno all’interno di una particolare stanza dove verranno utilizzati strumenti melodici e ritmici. La musicoterapia ambientale consiste nell’attivazione di ascolti terapeutici in modo da favorire l’orientamento temporale e il cadenzamento dei diversi tempi della giornata, mentre quella recettiva consiste in sedute all’interno dei nuclei Alzheimer con l’utilizzo di cuffie terapeutiche e direzionali. La «terapia della bambola» consiste nell’utilizzo di una particolare bambola – per peso, posizione delle braccia e delle gambe, per dimensioni e tratti somatici –, che favorisce la diminuzione di alcuni disturbi comportamentali. Tramite l’accudimento di questa bambola, il soggetto malato attiva una serie di relazioni tattili e di relazioni materne, che favoriscono la gestione, e in alcuni casi la diminuzione, dei disturbi del comportamento, quali l’aggressività o il comportamento motorio non adeguato.(26/11/2007)
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