Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 23 Dicembre 2013
Babbo Natale, vorrei che Trenord...
Lo so, sto chiedendoti troppo
Anche i pendolari hanno scritto a Babbo Natale. Non chiedono doni ma treni puntuali, carrozze pulite e convogli in orario, una stazione vivibile. Poi controllori che verifichino i biglietti di tutti, abbonamenti elettronici facili da ricaricare. Ecco la loro lettera.
Anche i pendolari hanno scritto a Babbo Natale. Non chiedono doni ma treni puntuali, carrozze pulite e convogli in orario, una stazione vivibile. Poi controllori che verifichino i biglietti di tutti, abbonamenti elettronici facili da ricaricare.
Ecco la loro lettera
«Caro Babbo Natale,
si avvicina la festa più amata da grandi e bambini anche in questo travagliato 2013: un anno difficile per tutti, viaggiatori e non.
Io ti scrivo qualche piccolo desiderio, che magari andrà perso tra i mille desideri di tante altre persone, dal mio piccolo punto di vista: quello di una pendolare della linea Bergamo-Milano che da più di dieci anni ha una sveglia puntata alle 5:30 della mattina, per poter raggiungere il suo posto di lavoro entro le 8:45. E che la sera non rientra mai in casa prima delle 20:00, dopo le sue consuete due ore e qualcosa di viaggio.
Babbo Natale, sarebbe tanto bello che nel prossimo anno le nostre istituzioni - locali, regionali e soprattutto nazionali - capissero che ci sono tante persone come me che, vuoi per colpa della crisi e vuoi per colpa del fatto che in Lombardia gli ultimi scampoli di lavoro si trovano a Milano, ogni mattina usufruiscono dei mezzi pubblici per spostarsi.
Sarebbe bello che le persone che mettiamo al loro posto grazie a una semplice “ics” su una scheda elettorale si ricordassero che non tutti posseggono una macchina blu (a volte neppure una macchina nera, bianca, rossa o di un altro colore...) e che pensare solamente alle strade, che poi vengono popolate da automobili che noi italiani compriamo felici e contenti direttamente da aziende tedesche o giapponesi, non è un modo per guardare al futuro con lungimiranza.
Accanto alle strade, infatti, sarebbe bello che si ricordassero che il trasporto pubblico vuol dire sicurezza, meno smog, un Paese più vivibile e sì... un Paese più allegro! E vuoi mettere guidare con di fianco una ferrovia che ti fa venire davvero voglia di pensare che avresti fatto prima a prendere il treno per raggiungere la tua destinazione?
Babbo Natale, vorrei tanto che Trenord ritrovasse tutte le carrozze perdute: quelle che sono parcheggiate tristi in attesa di manutenzione, che i treni vecchi ritrovassero la gioia di un nuovo vestitino con quell’operazione che loro chiamano “revamping” e che noi potremmo chiamare “messa a nuovo”.
Per tutto questo, ci vorrebbe anche un aiutino alla filiera che si occupa di mantenere i mezzi che, in Italia, sta soffrendo insieme a tante, tante altre aziende.
Vorrei che Trenord capisse anche dove sta andando, incontrasse più frequentemente i pendolari, le istituzioni e le associazioni per dare risposte chiare, sicure e precise. E che le cose che promette siano magicamente mantenute. Lo so, Babbo Natale, ti sto chiedendo proprio troppo!
Vorrei tanto che il mio abbonamento dei trasporti fosse sempre facile da acquistare, caricare su una tessera elettronica e in ogni biglietteria, non solo in pochi, eletti posti a Milano. Ma soprattutto vorrei che non languisse abbandonato nel mio portafogli e che ogni mattina, come ai bei vecchi tempi, un controllore mi chiedesse davvero di mostrarlo. Per farmi capire che pagare il biglietto ha ancora senso e che chi non lo paga viene veramente punito. Mi renderei così conto che forse pagare il biglietto serve anche a migliorare il servizio.
Desidero tanto che la stazione di Bergamo diventi un posto normale. Non dico vivibile ma normale. Che magari si pensi anche agli studenti, regalando loro un sovrappasso per raggiungere facilmente la loro scuola. E che si pensi nei giorni di brutto tempo e pioggia a quei poveri pendolari che entrano nella stazione su un pavimento zuppo d’acqua e scivolosissimo e che ci si ricordi che la sera, con il buio, per mettere piede fuori dalla stazione nei giorni di pioggia ci vogliono le galosce.
Babbo Natale, che dici, un sacco di ghiaia costa proprio così tanto? E un sacco di segatura? Hai ragione, i prezzi sono alle stelle...
Per non parlare di quella povera gente che sui treni decide di passare la notte. Spero davvero che qualcuno sappia dargli un luogo più consono e sicuro per la notte, possibilmente evitando che debbano anche pagare un obolo a gentaglia, veri delinquenti che vogliono lucrare sulle loro difficoltà. E che si permetta ai pendolari di trovare treni puliti e sicuri la mattina presto, senza che qualcuno venga molestato o qualcun altro si imbatta in dubbie compagnie di viaggio.
E che dire, Babbo Natale, dei ritardi dei treni? Sarebbe così bello che quando il treno si ferma in mezzo al nulla, per non si sa quale ragione, qualcuno passasse tempestivamente ad avvisarti. Sai quante liti domestiche si risparmierebbero? E sai quanti appuntamenti sarebbero rispettati?
Certo, sarebbe anche tanto bello che i treni arrivassero puntuali ma suvvia, hai ragione, del resto non siamo in Giappone. Non posso certo chiedere la Luna.
Forse sto effettivamente chiedendo troppo, ma mi auguro davvero che questo 2014 sia l’anno della svolta. L’anno in cui tutti possano capire che investire nel trasporto pubblico vuol dire avere occhio lungo e anche mettere in moto l’economia, con investimenti in infrastrutture e nella competenza italiana. Vuol dire aiutare i nostri ragazzi a studiare ma anche a poter investire nel loro futuro, accettando magari opportunità di lavoro non vicinissime a casa ma che potrebbero migliorare il loro futuro senza far indebitare i loro genitori, pagandogli affitti stellari. Vuol dire fare in modo che i lavoratori possano produrre meglio, grazie a viaggi più semplici e che non assomiglino a tour de force irritanti.
Grazie a te, Babbo Natale e tanti auguri.
Tanti auguri a tutti i pendolari, a tutti i viaggiatori occasionali, a chi non viaggia ma vorrebbe farlo se i mezzi fossero più accettabili, a chi si interessa dei nostri problemi e anche a quelle persone - esistono davvero! - che nelle nostre istituzioni e nelle aziende del trasporto pubblico si impegnano ogni giorno per aggirare i problemi e cercare di far funzionare questo fragile sistema».
© RIPRODUZIONE RISERVATA