Astino, segnalazione di un residente
«Luogo speciale, ipotesi navette»

Sergio Gandi, Nadia Ghisalberti e Stefano Zenoni. Tre assessori del Comune intervengono sulla vicenda che sta tenendo banco sul nostro sito relativamente alle multe comminate ad Astino durante il concerto di venerdì sera.

È Sergio Gandi, assessore alla sicurezza e bilancio dell’amministrazione Gori, a chiarire circa le sanzioni comminate dai vigili urbani venerdì sera fuori dal monastero d’Astino, durante il concerto organizzato dalla Mia per la riapertura della chiesa di San Sepolcro. «I vigili urbani sono intervenuti su segnalazione di un residente e, una volta constatate le violazioni, non potevano esimersi dall’applicare le norme del codice della strada, sanzionando circa quaranta auto» ha detto l’assessore.

«Si è trattato – spiega Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura – di una serata di grande prestigio per la città di Bergamo che riabbracciava dopo molti anni un esempio significativo del proprio patrimonio storico e culturale, restaurato magnificamente. È necessario che i cittadini tengano però in considerazione la delicata natura di un luogo in cui si incrociano cultura, natura, storia e bellezza e che merita un grande rispetto».

«Il buon senso – conclude Stefano Zenoni, assessore alla Mobilità – avrebbe dovuto suggerire di raggiungere Astino a piedi o in bicicletta, data la peculiarità del sito e la delicatezza dell’area. D’altronde la Mia aveva suggerito negli inviti e nelle comunicazioni di non utilizzare l’automobile o, comunque, di usare il parcheggio antistante la chiesa della Madonna del Bosco, aperto per l’occasione e lasciato semi-vuoto. Per tutte le occasioni speciali, in futuro l’amministrazione chiederà agli organizzatori di contattare in anticipo l’ufficio mobilità, in modo da predisporre al meglio possibili alternative». Complice il cambio di amministrazione, questo passaggio questa volta non è stato fatto: «Per Astino la soluzione più ragionevole è immaginare un servizio di navette dal parcheggio della Croce Rossa di Loreto. Tale soluzione diventerebbe più strutturale qualora si recuperasse l’intero monastero con funzioni in grado di renderlo di nuovo uno spazio aperto alla città» conclude Zenoni.

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