Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 24 Marzo 2014
Astino, qui si faranno vino e birra
Previste 26 mila piante da frutta
Con Expo e la realizzazione di una nuova sezione dell’Orto botanico, una parte di Astino si aprirà alla città: previsti due vigneti per il vino di Astino. All’uscita della cascina mulino verrà coltivato il luppolo, per la birra di Astino, inoltre sono già state piantate 26 mila piante di frutta.
Difficile che il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni si dimentichi del monastero di Astino. Per rafforzare il ricordo, Friedel Elzi, presidente della società Val d’Astino e vicepresidente Mia, gli ha donato anche un cimelio, un antico chiodo di ferro recuperato dai travoni in legno durante il restauro.
Il presidente pare abbia gradito, come per la visita nell’antico complesso vallombrosiano, dove si è soffermato sugli affreschi e le strutture. E nel commentare il progetto chiede i dettagli. Sulla riattivazione delle antiche coltivazioni intorno al monastero, il presidente vuole sapere come l’hanno presa i contadini, «se ci vivono del loro lavoro».
Maroni è molto colpito dalla bellezza di Astino: «È un complesso straordinario che dobbiamo completare nel recupero e valorizzare – dice –. Cose così ce ne sono poche al mondo, non in Lombardia o in Italia. Sono il distillato della nostra storia e cultura, opere d’arte e luoghi magici che dobbiamo rimettere a disposizione dei cittadini. Come Regione siamo interessati a sostenere la valorizzazione delle bellezze che ci sono, mi ha fatto molto piacere che le istituzioni bergamasche si siano già organizzate con un protocollo per unire le forze ed elaborare progetti condivisi, è quello che volevo, per avere un unico interlocutore che saprà scegliere cosa fare sul territorio. Expo non è solo Milano, tutta la Lombardia deve beneficiare di questo appuntamento, valorizzando le belle cose che ci sono. La provincia di Bergamo non è seconda a nessuno».
Friedel Elzi fa il punto della situazione sui lavori. Con Expo e la realizzazione di una nuova sezione dell’Orto botanico, una parte di Astino si aprirà alla città: «Con il direttore dell’Orto botanico Gabriele Rinaldi e il Parco dei Colli stiamo lavorando sulla prima parte, dietro al monastero e sui percorsi – spiega –. A breve semineremo le sementi autoctone, stiamo studiando il posizionamento di due vigneti con il sistema antico, per il vino di Astino. All’uscita della cascina mulino verrà coltivato il luppolo, per la birra di Astino, inoltre sono già state piantate 26 mila piante di frutta. La forza è stata quella di rendere partecipi gli agricoltori, che lavorano secondo il metodo biologico, con tante idee. Abbiamo persino trovato dei tartufi, sembra che Astino, amandolo e rispettandolo, torni a vivere».
L’intervento di Maroni e il sopralluogo ad Astino, sono stati accolti positivamente dagli amministratori locali: «Ho molto apprezzato la concretezza di Maroni, perché ha spiegato le modalità per avere dei fondi – commenta il sindaco di Bergamo Franco Tentorio –. La prima, è il protocollo di intesa tra gli enti pubblici e privati della provincia, con gli interlocutori per la Regione che può esaminare i progetti e finanziarli, la seconda è che per Expo fuori Milano, ci sarà un contributo di 10 milioni di euro. Ad Astino abbiamo già raggiunto dei risultati, la Chiesa e la Cascina Mulino, adesso bisogna recuperare il resto. Il primo problema è la destinazione d’uso, ci era sembrata interessante la soluzione dei corsi post universitari, l’altro è quello dei finanziamenti. Mancano circa 10milioni di euro, la metà potrebbe essere un mutuo, ma gli altri sono da trovare». «Sono felicissima di questa vicinanza con la Regione – aggiunge Silvia Lanzani, assessore Expo della Provincia di Bergamo –. Quattro anni fa abbiamo istituito il tavolo provinciale con gli enti del territorio. Abbiamo ricevuto oltre 200 progetti, tra cui anche Astino, sui quali abbiamo avuto una condivisione del tessuto territoriale. Il presidente Maroni ha sottolineato l’importanza di fare rete, noi l’abbiamo fatto, con molti progetti che potranno chiedere un finanziamento regionale».
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