Astino, in arrivo i finanziamenti
Inserito negli itinerari Expo

«Se arrivano 300-400 mila euro si può rifare un terzo delle facciate del monastero. Potrebbero essere pronte per l’Expo, in modo da renderlo visibile nella sua bellezza, almeno all’esterno». È ufficiale:Astino rientra nei 25 itinerari «Del gusto e della cultura» di Expo.

«Se arrivano 300-400 mila euro si può rifare un terzo delle facciate del monastero. Potrebbero essere pronte per l’Expo, in modo da renderlo visibile nella sua bellezza, almeno all’esterno». Sogna Federico Friedel Elzi, presidente della società Val d’Astino, la controllata della Mia (Congregazione della Misericordia Maggiore) che sta portando avanti i lavori sul complesso vallombrosano.

Da giovedì 5 giugno, infatti, è ufficiale che Astino rientra nei 25 itinerari «Del gusto e della cultura», compresi nel progetto nazionale «Dall’Expo ai territori», coperto con 20 milioni di euro (derivanti dalla riprogrammazione del Fondo di sviluppo e coesione, quindi soldi europei) e nato per iniziativa del ministero per la Coesione territoriale, in collaborazione con il ministro Maurizio Martina, delegato a Expo. È proprio lui a confermare che «c’è la concreta possibilità che Astino, il cui valore è già riconosciuto a più livelli istituzionali, venga selezionato tra i tre-quattro progetti lombardi da finanziare».

Le cifre precise non ci sono ancora, ma potrebbero variare tra i 200 e i 400 mila euro che saranno trasferiti alla Regione, cui fa capo la gestione degli stanziamenti. «L’obiettivo – precisa Martina – è legare gli aspetti culturali con quelli dell’agroalimentare e delle tipicità. Caratteristiche proprie di Astino, che è quindi un candidato papabile». Il progetto nella sua interezza nazionale verrà presentato a fine giugno. Ancora da definire, però, i criteri in base ai quali verranno scelti i luoghi da promuovere e le finalità a cui destinare i fondi. «Verranno decisi di concerto tra governo e la Conferenza delle Regioni, ma probabilmente verranno privilegiati gli aspetti legati alla ricettività, all’accoglienza e all’attrattività per i visitatori attesi», precisa Martina.

Non si sa ancora, quindi, se i soldi arriveranno e se sì, su cosa verranno dirottati: se sul monastero o sugli altri vari progetti già in campo (dalla produzione agricola e l’orto botanico nelle aree circostanti passando per il museo naturale en plen air fino alla ciclabile dei monasteri).

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