L’Associazione Santa Francesca Romana-Vedove cattoliche bergamasche ha festeggiato alla presenza del vescovo monsignor Roberto Amadei i suoi 80 anni di vita. L’associazione, infatti, ha iniziato il suo cammino il 9 marzo 1926. Alle oltre 250 vedove presenti per l’occasione alla casa del Giovane, il Vescovo ha chiesto di vivere la vedovanza come «luogo di ascolto e condivisione dei bisogni vicini e lontani. Dilatate il vostro cuore seminando fede, speranza e carità in voi e in ogni altro, soprattutto le persone sole e anziane, che sono le povertà del nostro tempo». Attualmente l’associazione è suddivisa in 135 sezioni con circa 8.500 iscritte. L’assistente ecclesiastico è don Giambattista Ferrari, presidente è Maria Luigia Salvi Pellegrini. Monsignor Amadei ha celebrato la Messa nell’auditorium e al termine ha parlato alle presenti, ricordando gli inizi dell’associazione. «La vostra prima presidente, Gilda Crippa vedova Bosis - ha ricordato il Vescovo - venne incoraggiata da don Angelo Giuseppe Roncalli. Il futuro Beato Papa Giovanni XXIII la invitò a vivere il suo lutto non in rimpianti, disimpegno, nostalgie o mortificazione della capacità di amare, ma a trasformare la vedovanza in nuova umanità verso gli altri e a ravvivare la speranza cristiana che sollecita la carità». Monsignor Amadei ha poi richiamato l’esempio di Santa Paola Elisabetta Cerioli, fondatrice della Congregazione della Sacra Famiglia, anch’ella madre, sposa, poi vedova. «Rimasta sola al mondo - ha spiegato il Vescovo - non si rinchiuse nel deserto della solitudine e nelle sue ricchezze, ma trasformò le proprie sofferenze di donna sola in luogo per dilatare il suo amore agli altri. Così dedicò la sua vita a una nuova famiglia, formata da orfane e ragazze povere delle campagne». (19/03/2006)
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