Asse, tutto pronto. Tranne le scale

Corsa contro il tempo per aprire la strada a fine giugno, ma c’è il problema delle uscite d’emergenza

La vita, si sa, è fatta a scale. C’è chi le scende c’è chi le sale, e chi non le trova proprio. È un po’ il caso dell’Asse interurbano, ormai prossimo all’apertura nel suo tratto dalla Dalmine-Villa d’Almè a Bonate Sopra, prevista per maggio 2003 e attesa praticamente da sempre.

Questa volta c’è davvero tutto e la tabella di marcia sembra perfettamente rispettata: chi doveva asfaltare l’ha già fatto, chi non l’ha ancora fatto ha già saputo dall’Anas quando potrà partire, sono persino spuntati i lampioni e sparite le due carcasse di similauto che da qualche anno troneggiavano bruciate dalle parti del ponte sul Brembo.

Tutto bene, tutto a posto, tranne le scale parrebbe. Già, perché qualcosa segna il passo: la consegna dei manufatti metallici da inserire nelle sei uscite d’emergenza della galleria San Roberto. E senza scale, niente apertura: della galleria e della strada. E visto che l’appuntamento è in agenda per fine giugno c’è da fare le corse, al punto che c’è chi teorizza anche di sostituire le strutture metalliche con analoghe opere in muratura.

Un problema che preoccupa assai l’Anas, ieri è calata in massa (e alla chetichella) in quel dell’Isola per fare il punto della situazione. Sottovoce. E non che si trattasse di una visita qualsiasi di personaggi qualsiasi: no, ieri sono arrivati il capocompartimento Eutimio Mucilli e il responsabile del procedimento Giuseppe Salerno, mica due pinco palla qualsiasi, ma i vertici regionali dell’Anas. Ma nessuno è stato avvisato, nemmeno i sindaci, come conferma Giancarlo Bonifaccio, primo cittadino di Bonate Sopra: «C’era l’Anas? Lo apprendo da lei...».

Zitti e mosca, quindi. Al punto che, arrivati, sul luogo del vertice tecnico (la base della Beton Villa di Merate, alle Quattro strade di Bonate Sopra) l’accoglienza non è delle migliori. Proprio no. Esce Salerno, cellulare all’orecchio: il fare è preoccupato, il tema della telefonata è proprio la sicurezza nella galleria. Poi vede che sul posto c’è gente non invitata (cioè noi), rientra e dopo poco esce un rappresentante della Beton Villa. Lapidario. «Non siete graditi oggi...». O meglio: «Mi dicono che non siete graditi oggi...» precisa quell’attimo imbarazzato. Orbene, se parlassimo di indice di gradimento, da queste parti l’Anas occuperebbe gli ultimi dieci posti della classifica, perché uno da solo non basterebbe. Ma tant’è...

Passano pochi minuti e la delegazione del Moloch delle strade si trasferisce in massa sul cantiere: per l’occasione sono stati fatti sloggiare anche gli immancabili pensionati, vera memoria storica dei lavori. Gente che, davanti allo stato dell’avanzamento dei medesimi, si è ormai arresa: l’argomento del chiacchiericcio quotidiano non è più il termine del cantiere, perché è alle porte ed è evidente per tutti, bensì le conseguenze della futura precedenza per chi arriverà da Ponte direzione Bonate Sotto. Un discreto argomento che li impegnerà per le prossime settimane sotto il solleone.

Passa un’ora e il serpentone di auto torna alla luce. Dall’Anas nemmeno mezza sillaba, da Arialdo Villa (titolare della Beton Villa) qualcosa di più: «I nostri lavori qui sono quasi finiti. L’apertura? Deve dirlo l’Anas, ma credo proprio per fine giugno». Scadenza confermata dalla parlamentare Giuliana Reduzzi (Margherita), sulla scorta della risposta fornita dal ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi a una sua interpellanza. Sorvoliamo, semmai, su quella primavera 2006 indicata dal ministro per l’arrivo a Mapello...

Ad ogni modo, forse ci siamo. La rotatoria, le rampe e la strada di uscita dalla galleria sono asfaltate. «Sul tratto dall’uscita dalla galleria alla Dalmine-Villa d’Almè inizieremo i lavori il 6 giugno, per circa due settimane: poseremo asfalto drenante», spiega Massimo Vitali, amministratore delegato dell’omonima ditta. Ci sono anche i pali della luce, l’illuminazione è pronta, mancano solo le scale. E qui bisogna solo incrociare le dita e sperare che saltino fuori da qui a fine giugno. Nel frattempo l’antica saggezza popolare ha già fotografato adeguatamente la situazione con una scritta spray su un new jersey dalle parti del cantiere. Testuale: «Sen salva gna öna» . In effetti...

(27/05/2005)

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