Arzago, l’angoscia dei Monella
«L’arresto da un momento all’altro»

È silenziosa la villetta di via Verga, ad Arzago. Anche se tutta la famiglia Monella avrebbe un gran bisogno di dare voce a queste ore d’angoscia. Antonio - il papà serio e onesto, l’imprenditore gran lavoratore, lo descrivono in paese - potrebbe essere arrestato da un momento all’altro

È silenziosa la villetta di via Verga, ad Arzago. Anche se tutta la famiglia Monella avrebbe un gran bisogno di dare voce a queste ore d’angoscia. Antonio - il papà serio e onesto, l’imprenditore gran lavoratore, lo descrivono in paese - potrebbe essere arrestato da un momento all’altro.

Lo ha stabilito la Cassazione, confermando i precedenti gradi di giudizio: la condanna è a sei anni e due mesi di carcere per omicidio volontario. Se il nastro si potesse riavvolgere. Invece non è sliding doors, non c’è un finale diverso per quella notte tra il 5 e il 6 settembre 2006 che ha stravolto la vita di una famiglia normale.

L’impresario edile, oggi 55enne, spara a un ladro albanese che gli sta rubando il suv parcheggiato nel cortile di casa. Il malvivente, un ragazzo di 19 anni, muore e per i Monella inizia il calvario. Per i giudici, dall’inizio alla fine dell’iter giudiziario, non è legittima difesa.

Ora la tragedia nella tragedia: l’attesa straziante che la sentenza definitiva faccia il suo corso. Avrebbe voglia di parlare Alberto, il primogenito ventiseienne, il geometra appassionato che si dà da fare nell’impresa di casa, il «Mone», come lo chiamano i compagni più cari che gli stanno vicino. Avrebbe voglia di difendere il padre, di far sapere quanto stanno male e sono confusi lui, sua mamma e sua sorella. Si lascia andare a qualche confidenza sommessa. Ma poi chiede di non scrivere niente, «per favore, non è il momento». I legali della famiglia confermano la linea del silenzio.

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