Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 01 Aprile 2015
«Arresto per chi mangia il coniglio»
Anlac: «Brambilla delirante» - Video
Per il presidente dell’Anlac (Associazione italiana liberi allevatori di coniglio), Saverio De Bonis, chiedere il carcere per chi mangia conigli o per chi li alleva è illiberale.
«È improbabile che il maggior paese produttore e consumatore di coniglio in Europa possa rinunciare per decreto al consumo di carne cunicola, solo perché la Brambilla è alla ricerca di notorietà per il suo integralismo illiberale». «È assurdo, infatti, - spiega De Bonis - chiedere il carcere per chi mangia conigli o per chi li alleva e per tutti coloro che sono dediti ad un’attività che detiene una leadership in ambito europeo».
«Per contrastare - continua - quella che sembra quasi un’ azione di boicottaggio delle carni cunicole, che non rende onore ad un deputato della Repubblica italiana, calpesta i diritti costituzionali degli allevatori e dei consumatori e presenta probabili violazioni sotto il profilo penale, sarebbe auspicabile l’intervento del ministro Martina a difesa dell’intera filiera anche attraverso una campagna: “Buy meat rabbit”, che esalti il valore della carne cunicola, i benefici per i consumatori italiani e depotenzi le dichiarazioni strumentali della Brambilla che tentano da circa un mese di fare eco nei media».
«Infatti - aggiunge - spacciarsi vegetariani e combattere il consumo di carne per vendere il pesce, non è il massimo della coerenza. E la borghese Brambilla, con la sua verve patetica, purtroppo, fa l’animalista radical-chic che si arricchisce commercializzando pesce. Se però - evidenzia il presidente Anlac - il deputato Brambilla continuerà a divulgare le sue idee, danneggiando l’economia pubblica, la nostra associazione, nonostante la sua immunità parlamentare, sarà costretta a presentare degli esposti in procura a tutela degli allevatori e dei consumatori. Secondo l’ art 507 c.p. “chiunque, valendosi della forza e autorità di partiti, induce a non acquistare gli altrui prodotti agricoli o industriali, è punito con la reclusione fino a tre anni”».
«Noi, nel frattempo, - conclude De Bonis - insieme ai consumatori italiani, continueremo a goderci il nostro coniglio a Pasqua, per la gioia del nostro cuore e del nostro palato, senza che nessuno ci potrà arrestare, invitando Toti e Berlusconi a rinnovare la casa togliendo la vernice vecchia che non è riuscita a risvegliare gli entusiasmi del popolo delle partite Iva».
Qualche giorno fa Bergamo Tv aveva intervistato i bergamaschi sulla polemica del coniglio : il servizio potete vederlo collegandovi a questo link
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