Anche due bergamaschi alla mini-naja
«Vogliamo conoscere la vita militare»

Indossare la divisa militare è sempre stato il loro sogno, ma per motivi anagrafici non hanno potuto mai entrare nelle file dell’esercito, visto che la leva obbligatoria è stata sospesa dal 1° luglio 2005. Ora però, grazie all’ormai ribattezzata «mini-naja» voluta dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, due bergamaschi di Dalmine e Carona potranno diventare alpini.

Anche se per soli 15 giorni. Stefano Novelli, 22 anni, di Dalmine, e Fulvio Migliorini, 18 anni, di Carona, il 14 settembre partiranno per l’Alto Adige, dove trascorreranno meno di due settimane – fino al 26 settembre – nelle caserme degli alpini di Dobbiaco e Brunico, di fatto come fossero militari a tutti gli effetti, anche se ufficialmente – come ha precisato lo stesso ministro – non avranno lo stato di militari.

I due giovani bergamaschi fanno parte dei primi 150 italiani tra i 18 e i 25 anni (30 di loro sono ragazze) che hanno scelto - tramite l’Associazione nazionale alpini che ha gestito i reclutamenti nelle varie province, Bergamo compresa - di trascorrere due settimane sotto le armi.

«Di lavoro faccio il disegnatore meccanico a Osio Sotto - racconta Stefano Novelli, nativo di Azzone, ma da sempre residente a Mariano di Dalmine in via Einaudi – e mi sono preso due settimane di ferie per poter partecipare a questa esperienza: fare il militare è sempre stato un po’ un mio pallino, così come per mio padre. Avevo anche chiesto, due anni fa, di diventare volontario in ferma prefissata per un anno, ma non ce l’avevo purtroppo fatta. Con questa occasione, invece, potrò capire cosa si prova a vivere la vita militare».

Motivazioni identiche, anche se i due giovani non si conoscono, a quelle che hanno spinto pure Fulvio Migliorini a fare la stessa scelta: «Mio nonno Luigi era stato in guerra - racconta il diciottenne, che vive con la famiglia in via Carona di Sotto e che di lavoro fa l’apprendista fabbro a Lenna - e quel tipo di esperienza mi ha sempre affascinato. Così, grazie al consiglio di Giuseppe Bonaldi, coordinatore nazionale della Protezione civile Ana, ho aderito al progetto. Questi quindici giorni da soldato saranno una prova decisiva: potrò capire se è un ambiente che mi piace, come penso, oppure no. Non tutti i miei amici l’hanno presa bene: per alcuni sarà soltanto una perdita di tempo. Ma non per me: ritengo che la vita militare si basi su regole e comportamenti che mi torneranno poi sempre utili».

Soddisfatto anche Antonio Sarti, presidente dell’Ana di Bergamo, che conta 27 mila iscritti: «Questa esperienza, seppure molto breve, è senza dubbio un buon inizio e una importante opportunità per i giovani di scoprire cos’è la vita militare, con le sue regole. Siamo contenti che anche due bergamaschi abbiano aderito».

Dello stesso avviso il generale Elio Carrara, segretario dell’Ana di Bergamo, che precisa: «È comunque ancora possibile aderire a questa iniziativa, anche nei turni successivi. È necessario avere tra i 18 e i 25 anni, un diploma di scuola media inferiore, non aver mai svolto il servizio militare, non avere condanne penali né procedimenti in corso e, se ragazze, non essere in dolce attesa. Chiunque fosse interessato può chiamare alla nostra sede, al numero 035/311122, nei pomeriggi di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 15 alle 18,30». E chissà che la mini-naja non susciti l’interesse anche di altri giovani bergamaschi.

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